Kurz apre all'estrema destra, ma assicura: "Sarà un governo europeista"

Il prossimo cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, sembra essere sempre più vicino ad un'intesa con i nazionalisti di Heinz-Christian Strache, ma assicura: "Sarà un governo europeista". E sui migranti: "Vanno salvati ma rimandati a casa"

Kurz apre all'estrema destra, ma assicura: "Sarà un governo europeista"

Un governo con l’estrema destra? Non sarebbe una novità. A dirlo è il leader dei popolari Sebastian Kurz in un’intervista concessa all’inviato del Corriere della Sera a Vienna, Paolo Valentino. “L’Fpö è una forza democraticamente votata dal popolo, siede in Parlamento, governa in due dei nove Land dell’Austria, ed è stata due volte al governo a livello nazionale”. È così che il prossimo cancelliere austriaco difende la scelta di una possibile alleanza di governo con i nazionalisti di Heinz-Christian Strache.

Un patto che appare sempre più vicino. Secondo lo stesso ministro degli Esteri uscente, infatti, quella di aprire all’Fpö sarebbe stata l’unica opzione rimasta sul tavolo. I socialdemocratici avrebbero respinto qualsiasi ipotesi di coalizione con Kurz cancelliere e avrebbero lanciato a loro volta segnali d’intesa all’Fpö per formare un governo rosso-blu. Tuttavia, ammette il futuro cancelliere, tra cristiano-sociali e nazionalisti le convergenze ci sono. In particolare, sulla “riduzione delle tasse”, il “rilancio dell’economia” e la “lotta contro l’immigrazione clandestina”. Ad avvicinare popolari e nazionalisti, continua Kurz, c’è, in generale, “il comune desiderio di un cambiamento fondamentale” in Austria.

C’è un punto, però, sul quale il cancelliere incaricato dal presidente Van Der Bellen di formare il nuovo governo non è disposto a scendere a compromessi. “Il mio governo sarà europeista o non sarà”, ha assicurato Kurz. Ed è proprio sulle "convergenze a livello europeo" che, fa capire il leader dei popolari, si deciderà l’esito delle trattative con i nazionalisti di Strache. “Porrò chiaramente la condizione che il programma esprima i miei valori di base e le mie convinzioni europeiste”, ha detto Kurz, che nel faccia a faccia con l’inviato del Corriere ha ribadito di essere “filo-europeo” ed “impegnato su questo fronte”.

Sui migranti, invece, il futuro cancelliere austriaco conferma la linea “contro l’accoglienza priva di limiti” portata avanti quando era a capo della diplomazia di Vienna. I migranti “devono essere assistiti e custoditi fuori dai confini europei, quindi eventualmente anche su isole, ma soprattutto rimandati indietro velocemente”, dice. Ok, quindi, ai salvataggi in mare, ma sulla sorte di chi vuole “entrare illegalmente in Europa” Kurz non ha dubbi: “Deve essere rimandato indietro il prima possibile”. Altrimenti, “ne verranno sempre di più”. “Non dobbiamo ne possiamo promettere loro una vita migliore in Europa, ciò convincerebbe sempre più persone a cercare di venire, ponendoci di fronte a tensioni insostenibili”. La stessa posizione espressa dalla dirigenza dell’Fpö, con la quale il leader dell’Övp si trova d’accordo anche nel riconoscere di avere “un problema con l’Islam politico in Austria”. “Diverse centinaia di persone sono partite dal nostro Paese per combattere e uccidere in nome dell’Isis in Siria e Iraq” e “ci sono anche dinamiche interne che ci preoccupano” ha detto Kurz.

L’Austria, però, non farà parte del gruppo di Visegrád, assicura il prossimo cancelliere, che su questo punto prende le distanze dal programma dell’estrema destra, che, invece, vorrebbe vedere Vienna schierata al fianco dei quattro Paesi contrari al piano della Commissione europea per la redistribuzione dei migranti sbarcati in Italia e Grecia. In Europa il giovane politico austriaco apprezza Macron e la sua volontà di “lanciare un processo di riforma” nell’Ue, ma “sull’eurozona” si dichiara più vicino alla posizione tedesca di Wolfgang Schaeuble. Infine, i rapporti con l’Italia li definisce “eccellenti”.

I botta e risposta dell’estate scorsa con Alfano sull'invio dei militari al Brennero, insomma, sarebbero acqua passata. “Siamo vicini e cooperiamo bene nella Ue”, assicura. E sulle spinte secessioniste in Sud Tirolo incoraggiate dai suoi futuri alleati risponde deciso: “La Storia non si cambia”.

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