Quando lo scorso gennaio aveva rilasciato un'intervista all'agenzia Afp, Jean-Marie Le Pen aveva confidato che gli sarebbe piaciuto correre ancora per un altro mandato. A novant'anni, dopo aver fondato il Fronte nazionale e averlo guidato per quarant'anni prima di cedere lo scettro alla figlia Marine, si immaginava proprio come il drammaturgo Molière "che volle morire sul palcoscenico". Ieri, dopo 35 lunghi anni seduto dietro quegli scranni, ha dato l'estremo saluto all'Europarlamento. Lo ha fatto pronunciando quello che, per i contenuti e la veemenza con cui l'ha tenuto, ha risuonato più come un epitaffio che come un semplice addio. "Deputati, siete rimasti ciechi, sordi e muti - a sentenziato con estrema durezza - i posteri vi malediranno".
La sua carriera da eurodeputato finirà il primo luglio, ma ieri sera Jean Marie Le Pen ha preso la parola per codividere col resto dell'assemblea alcuni punti che lui reputa fondamentali per il futuro dell'Unione europea e, in modo particolare, per gli Stati che ne fanno parte. "Spero di potermi prendere al massimo uno o due minuti per spiegare ai miei colleghi cosa penso di questa istituzione at least a minute or two, il modo in cui è evoluta e della sua rovina programmata", ha detto ripensando alla prima volta che, nel 1984, è stato eletto al Parlamento europeo. La prima di sette vittorie che lo hanno visto rimanere in pianta stabile (fanno eccezione i due anni, dal 1986 al 1988, in cui fu deputato nel parlamento francese) nel palazzo del potere europeo. Proprio lui che non ha mai smesso di essere euroscettico. Tanto che ieri sera, perfettamente in linea con le battaglie che ha sempre combattuto, il padre della destra francese, espulso dal Fronte Nazionale (oggi Ressemblement National) nel 2015 per le sue dichiarazioni sull'Olocausto, ha pronunciato quello che potrebbe essere l'ultimo discorso sullo stato dell'Unione europea (guarda il video).
Non ha usato mezzi termini. Né ha fatto sconti ad alcuno. Jean Marie Le Pen ha affrontato i mali del Vecchio Continente partendo dal "gigantesco fenomeno migratorio" davanti al quale le massime cariche europee sono rimaste inermi. Non se l'è presa solo con i leader, ma ha puntato il proprio dito contro tutti i deputati. Li ha accusati di essere stati "ciechi, sordi e muti" e ha assicurato loro la maledizione dei posteri. Pur senza tacere l'emergenza del "deficit demografico", in cui è sprofondata l'Europa, ha cercato di far aprire a tutti gli occhi davanti a questa invasione che "minaccia di travolgere il continente boreale di cui l'Europa fa parte".
"Di fronte a queste angoscianti prospettive, l'Europa si sta dimostrando impotente - ha continuato - peggio ancora, paralizza le reazioni nazionali che dovrebbero mobilitare i popoli che lo costituiscono". Un atto d'accusa che riecheggia, pensante, sulla compagna elettorale per rinnovare proprio quell'Europarlamento che, a detta del fondatore del Fronte Nazionale, ha fallito nel suo intento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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