Dopo l'Arabia Saudita anche il Bahrein, governato da una famiglia sunnita ma dove la maggioranza della popolazione è sciita, ha rotto le relazioni diplomatiche con Teheran, intimando ai diplomatici iraniani di lasciare il Paese entro 48 ore. È solo l’ultimo capitolo delle tensioni tra i due giganti del Golfo, l'Arabia Saudita e l'Iran, dopo che sabato scorso è stato ucciso a Riad l’imam sciita Nimr al Nimr e a Teheran è stata data alle fiamme l’ambasciata saudita. La forte contrapposizione è geopolitica, anche se, alla base, vi sono profonde divisioni religiose: i sauditi sono sunniti, mentre gli iraniani sono sciiti. E tra le due storiche fazioni dell'islam da secoli non corre buon sangue. La mossa del Bahrein molto probabilmente sarà seguita dalle altre monarchie sunnite del Golfo e membri del Consiglio di cooperazione del Golfo, andando ad acuire sempre di più la tensione tra le due grandi famiglie dellislam: la sunnita, maggioritaria, e quella sciita. Gli Emirati arabi uniti scelgono la moderazione: richiamano l’ambasciatore a Teheran e riducono lo status della propria rappresentanza diplomatica in Iran. Anche il Sudan ha rotto le relazioni diplomatiche con Teheran. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri in un comunicato, specificando che la decisione avrà effetti immediati. In precedenza a Khartoum era stato espulso l’ambasciatore iraniano.
Un "danno" per l' Arabia Saudita. Così il vice presidente iraniano, Eshaq Jahangiri, ha valutato la decisione di Riad di interrompere i rapporti. Intervenuto a una cerimonia a Teheran, Jahangiri - citato dall'agenzia di stampa ufficiale Irna - ha invitato l' Arabia Saudita ad evitare ulteriori azioni di "sabotaggio". Ieri sera il ministro degli Esteri saudita, Adel al-Jubeir, ha annunciato l'interruzione dei rapporti diplomatici tra Riad e Teheran dopo l'assalto all'ambasciata saudita in Iran. Secondo il procuratore generale della capitale iraniana, Abbas Jafari Dolatabadi, almeno 40 persone sono state arrestate per l'assalto alla sede diplomatica saudita.
Intanto l’Arabia Saudita ha sospeso tutti i voli da e verso l’Iran. L'ha annunciato il ministro degli Esteri Adel al-Jubeir affermando che Nimr Al-Nimr, l’imam sciita giustiziato nei giorni scorsi, era un terrorista coinvolto in attacchi e che Riad dovrebbe essere elogiata per l’esecuzione, non criticata.
Preoccupate le diplomazie internazionali. La Russia si dice "dispiaciuta" per l’escalation in corso tra Teheran e Riad e pronta a fare da mediatrice: "Sono due paesi con cui abbiamo rapporti stretti e sono potenze regionali molto importanti", ha annunciato un funzionario del ministero degli Esteri di Mosca, citato dalle agenzie russe. L’Ue "si aspetta" che Iran e Arabia Saudita "agiscano in modo responsabile in una situazione molto volatile" ed in cui "nessuno sforzo va risparmiato per evitare l’escalation della tensione". Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue a chi chiedeva se ci fosse stato un seguito alle telefonate di ieri dell’alto rappresentante Mogherini con i due ministri degli esteri, ricordando che l’auspicio che le tensioni "non mettano a repentaglio" i colloqui di pace in Siria, al cui tavolo hanno seduto entrambi i paesi islamici.
E gli Stati Uniti? Il segretario di Stato John Kerry ha parlato con i ministri degli Esteri iraniano e saudita per tentare di riportare la calma nei rapporti tra i due Paesi. Secondo quanto si apprende Kerry dovrebbe completare il giro di telefonate oggi, chiamando i capi della diplomazia di altri Paesi dell’area del Golfo, tra cui Bahrein, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Oman.
Tensioni e violenze, intanto, si allargano ad altri Paesi. Tre moschee sunnite sono state attaccate nella provincia irachena di Babil, dopo l'esecuzione di massa in Arabia Saudita. Lo ha fatto sapere una fonte della sicurezza irachena locale. Uomini armati con indosso uniformi militari, ha raccontato, hanno lanciato esplosivi contro una moschea a Hilla, mentre miliziani hanno fatto esplodere ordigni in due edifici religiosi islamici nel villaggio di Sinjar e a Iskandriyah.
Le forze di sicurezza irachene sono intervenute e hanno aumentato le misure di sicurezza, nel timore di rappresaglie tra le comunità sciite e sunnite dell'area. Le autorità e i politici sciiti iracheni hanno condannato con forza l'esecuzione di Nimr al-Nimr, accusando Riad di voler alimentare le tensioni settarie nella regione.
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