L'assassino di pedofili morirà in una cella di vetro

Robert Maudsley, il serial killer britannico internato dagli anni settenta, passerà il resto dei suoi giorni in una cella di vetro come l'Hannibal Lecter di Thomas Harris. È "troppo" pericoloso.

L'assassino di pedofili morirà in una cella di vetro

È considerato il detenuto più pericoloso del Regno Unito e costretto in una cella di vetro di cinque metri per quattro per il resto della sua vita, avrebbe espresso solo un ultimo desiderio: un pappagallo per avere compagnia, o una dose di cianuro per non averne più bisogno. Robert Maudsley, 68 anni, è il serial killer britannico costretto a vivere in una cella trasparente, in isolamento perpetuo, come il cannibale uscito dalla penna di Thomas Harris, Hannibal Lecter. Il suo crimine è stato quello di aver ucciso ben cinque volte in quattro anni, dal 1974 al 1978, cinque tra assassini e detenuti per crimini di pedofilia.

Non un raffinato ed erudito psichiatra in grado di abbinare dell’ottimo Chianti ad un piatto di fegato umano accompagnato da un contorno di fave; ma una sorta di "ragazzo di vita" più degno del filone pasoliniano, nato a Liverpool, con un passato di abusi familiari seguiti dall'abuso di droghe psichedeliche e culminato nelle allucinazione uditive che gli consigliavano di “uccidere i suoi genitori”.

Capelli non più lunghi come un tempo, pelle che di rado trae i benefici del sole, zigomi affilati che incorniciano borse livide e pesanti sono due occhi cerulei che mantengono uno sguardo vitreo, a tratti assorto, come se non si trovasse lì: nella cella di vetro antiproiettile costruita appositamente per lui nel 1983 nei sotterranei della prigione di Wakefield, West Yorkshire. Là dove passerà il resto della sua vita, dopo aver già trascorso oltre mezzo secolo in una cella di isolamento. “È troppo pericoloso, deve essere controllato a vista”, e non può per nessuno motivo scontare il resto del suo ergastolo con gli altri detenuti, dichiarano i dirigenti del carcere di massima sicurezza che hanno respinto l'ennesima richiesta avanzata da Maudsley, la supplica disperata di un uomo che può socializzare solo con gli scarafaggi e le mosche che si avventuravano nella sua vecchia cella, di tanto in tanto.

"Perché non posso avere un pappagallino al posto delle mosche, scarafaggi e ragni che ho attualmente. Prometto di amarlo e di non mangiarlo?”, “A cosa serve tenermi rinchiuso 23 ore al giorno? Perché anche solo preoccuparsi di darmi da mangiare e darmi un'ora di esercizio al giorno? Per cosa corro in realtà?”, sono queste alcune delle domande che il serial killer ha espresso nella sua lettera di appello riportate dai tabloid inglesi, che si conclude con una considerazione plausibile, ma non per questo rilevante ai fini del giudizio di chi ha bocciato la richiesta. ”Come conseguenza del mio attuale trattamento e confinamento, sento che tutto ciò che devo aspettarmi è davvero un crollo psicologico, una malattia mentale e un probabile suicidio”. Un suicidio che aveva già tentato nel lontano 1970, quattro anni prima di uccidere la sua prima vittima: un trentenne di nome John Farrell che gli aveva mostrato alcune fotografie dei bambini sui quali aveva abusato sessualmente. Era il 1974. A quel tempo Maudsley aveva 21 anni e dopo aver assassinato il pedofilo si era consegnato spontaneamente alla polizia.

Condannato per omicidio e riscontrati i suoi evidenti problemi psichici, venne internato nel Broadmoor Hospital, ospedale psichiatrico noto per ospitare dalla fine dell’800 alcuni tra i detenuti più pericolosi d’Inghilterra. È li che ucciderà per la seconda volta un molestatore di bambini, David Francis di 26 anni, era il febbraio 1977. Lo troveranno appeso ad un gancio, morto dopo aver subito le torture di Maudsley e di un suo complice, il detenuto David Cheeseman. Trasferito nella prigione di massima sicurezza di Wakefield, ucciderà ancora. Nel 1978, strangola e accoltella a morte Salney Darwood, ergastolano di 46 anni che stava scontando la pena per le gravi violenze domestiche culminate nell’omicidio di sua moglie, e William Roberts, di 56 anni, che stava scontando la pena per aver abusato violenza sessuale su una bambina di sette anni. È da allora che Maudsley, il mostro vendicatore di Wakefield, viene costretto in isolamento poiché troppo pericoloso per gli altri detenuti che il governo deve poter tutelare in attesa che la pena prevista venga scontata - compreso l’ergastolo.

Le prigioni del Regno Unito, come le altre nel mondo del resto, devono svolgere il compito di: “Servire la società tenendo in custodia coloro che sono stati condannati dai tribunali”, “prendersi cura di loro con umanità, aiutandoli a condurre una vita rispettosa della legge e utile in custodia e dopo il rilascio”. Ma questa umanità, secondo Maudsley, soprannominato non a caso Hannibal, non verrebbe espressa in alcun modo nei suoi confronti. Non può avere un televisore per informarsi su cosa accade nel mondo, né una radio per ascoltare della musica classica che sembrerebbe apprezzare, proprio come il protagonista immaginato per il Silenzio degli innocenti. A lui spetta solo una scatola di vetro di quasi dieci metri quadrati con una lastra di cemento per letto, un water e un lavandino imbullonati al pavimento, una sedia e un tavolino cartonati che non possono essere usati come "arma". In questo ambiente deve e dovrà trascorrere 23 ore al giorno - se si esclude l'ora d'aria - in attesa che sopraggiunga la morte per cause naturali.

Alla domanda di ricevere una dose di cianuro per uccidersi se fosse stata respinta la richiesta di passare delle ore con degli esseri umani diversi dalle guardie carcerarie che incontra due volte al giorno, la risposta è stata semplice: "No". Per i crimini commessi, secondo il tribunale giudicante, Robert Maudsley deve trascorrere il resto dei suoi giorni nella sua cella di vetro.

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