Estrema destra belga in campo: "L'euro non è un must, dopo il voto ridisegneremo l'Ue"

Il leader dell'estrema destra fiamminga, Gerolf Annemans, difende Salvini nel braccio di ferro tra governo italiano e Commissione Ue: "L'Italia sta lanciando il dibattito in Europa". E sull'euro: "Va rivisto"

Estrema destra belga in campo: "L'euro non è un must, dopo il voto ridisegneremo l'Ue"

L’euro? Non è un dogma, anzi. “È stato uno sbaglio”, afferma in un’intervista all’Huffington Post, Gerolf Annemans, presidente del partito di estrema destra fiammingo Vlaams Belang, che appoggia l’Italia nel braccio di ferro con la Commissione europea sulla manovra economica.

La moneta unica, “forgiata sul modello tedesco”, “va rivista”, afferma il leader indipendentista fiammingo. E in questo senso l'Italia, ne è convinto, “sta lanciando il dibattito”. Annemans si augura che Roma abbia la meglio sul collegio dei commissari europei che si è riunito oggi a Strasburgo e che si appresta con tutta probabilità a bocciare la legge di Bilancio presentata dal governo gialloverde.

Il fronte sovranista europeo, quello che si raccoglie sotto le insegne del gruppo Europa delle Nazioni e delle Libertà, del quale fa parte anche il Rassemblement Nationale di Marine Le Pen, è compatto e fa quadrato attorno all’alleato italiano, Matteo Salvini. Anzi, la parabola ascendente del leader della Lega è considerata, in Francia come in Belgio, un volano per la prossima sfida dei sovranisti, quella delle elezioni europee di maggio 2019. L’obiettivo è prendersi Strasburgo e Bruxelles e trasformarle negli avamposti del cambiamento europeo.

Se oggi, infatti, commenta il leader di Vlaams Belang, è complicato uscire dall’Unione europea, come dimostra il caso della Gran Bretagna, ed è impossibile uscire dall’euro, allora bisognerà cambiare le istituzioni europee dall’interno. Nei programmi dei populisti europei c’è quindi quello di “ridisegnare l’Eurozona”, con l’introduzione di “maggiore flessibilità” per uscire dalla crisi che attanaglia gli Stati dell’Unione. "Prevedere una sola politica economica e sociale per tutti è una follia”, dice senza mezzi termini l’eurodeputato belga.

L’alternativa proposta dal politico fiammingo è quella di un sistema basato sulle specificità delle singole aree

geografiche. Un modello tedesco per il nord, un modello alternativo e più flessibile per il sud. È la sfida sovranista per la nuova Europa che si dovrebbe delineare dopo l’appuntamento con le urne della prossima primavera.

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