Gli uomini e i mezzi dell'esercito iracheno tornano a marciare verso Mosul per liberarla dall'Isis. I miliziani del Califfo, sottolineano le forze di sicurezza irachene, devono in queste ore fronteggiare una nuova offensiva scatenata per riprendere la città che dal giugno 2014 è la capitale irachena delle bandiere nere.
Nell'ambito di questa nuova, massiccia, offensiva - proseguimento di quella scatenata per la prima volta il 17 ottobre scorso - sono stati bombardati tutti i ponti sul fiume Tigri, allo scopo di isolare i terroristi del Califfato.
Secondo il premier iracheno Haider Al-Habadi, alle forze di Baghdad, spalleggiate dalle milizie peshmerga, servono almeno altri tre mesi per eliminare completamente l'Isis. La rinnovata iniziativa delle forze irachene dopo due settimane di pausa punta ora verso la parte est di Mosul: "In città sono presenti 285 mila edifici e i terroristi di Daesh usano i civili come scudi umani e attaccano le aree liberate", spiega l'ambasciatore Usa a Baghdad, Douglas Silliman.
Fonti d'agenzia comunicano inoltre che gli iracheni sarebbero riusciti ad
arrestare Abu Al Harit Matyoute, considerato "l'assistente" del Califfo Al Baghdadi: il terrorista sarebbe stato catturato grazie alla collaborazione dei suoi vicini in uno dei quartieri orientali di Mosul.
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