Sergiy Stakhovsky è uno dei tanti campioni sportivi ucraini tornati in patria per difendere Kiev dall’invasione russa. Tennista professionista dal 2003, il 36enne ha lasciato la moglie e i tre figli in Ungheria per andare a combattere le truppe di Vladimir Putin: “Non c’è giusto o sbagliato in quello che ho fatto. Se non fossi venuto, mi sarei sentito in colpa – le sue parole a Otto e mezzo – Ma ora mi sento in colpa per aver lasciato mia moglie e i miei tre figli”.
Ex numero 31 del ranking ATP, Sergiy Stakhovsky non ha ricevuto alcun addestramento militare ma non ha mai avuto dubbi sull’importanza di tornare in Ucraina per fronteggiare l’esercito russo, forte di un ideale: “Farò la stessa cosa che sta facendo qualsiasi altro ucraino che si è arruolato in questo momento. La maggior parte di noi non ha esperienza. Abbiamo un ideale, combattere adesso: è l’ultima spiaggia”.
Stakhovsky ha promosso le sanzioni comminate dalla comunità internazionale a Mosca, anche se il loro effetto rischia di materializzarsi solo tra qualche tempo: “Il mondo sta dalla parte dell’Ucraina e questo è bellissimo. Ma il Paese ha bisogno del sostegno dell’Occidente già da adesso”. L’ex tennista ha dunque invocato la chiusura dello spazio aereo, esattamente come il presidente Zelensky.
Il popolo ucraino non ha intenzione di concedere nulla a Putin, ha messo in risalto Stakhovsky, nemmeno la Crimea e le due repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk: “Non so se la stessa cosa la direste in Italia: voi rinuncereste alla Venezia o alla Sicilia per darle a un altro Stato?”, la stoccata dello sportivo di Kiev. Nel corso del suo intervento, è tornato sulla minaccia nucleare di Putin, sottolineando che il numero uno del Cremlino continuerà ad utilizzarla considerando la paura della Nato: “L’unica speranza che possiamo avere è che lui muoia prima di farlo, altrimenti ripeterà le stesse cose fatte da Hitler, quando divise l’Europa”.
Questa è la guerra dell’Ucraina e non dell’Europa, ha proseguito l’ex tennista, rimarcando però la necessità di aiuti e assistenza.
Così Stakhovsky nel replicare a una domanda della Gruber: “L’Italia e il suo esercito non durerebbe un giorno contro l’esercito russo, noi siamo qui e stiamo sparando, ci stiamo arrangiando con quello che abbiamo. La gente vuole combattere e vuole resistere”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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