La notizia si muove sul filo della storia. E potrebbe aiutare a riscriverla, anche se difficilmente farà cadere ombre sulla storia di Lech Walesa, lo storico leader di Solidarnosc, il movimento che - grazie all'appoggio di Papa Giovanni Paolo II - liberò la Polonia dalla dittatura comunsta.
Stando ad alcuni documenti recuperati dall'Istituto nazionale della memoria, infatti, Walesa sarebbe stato un informatore dei servizi segreti comunisti dal 1970 al 1976. Difficile crederlo per l'uomo che fece aiuto ad abbattere l'Urss. L'ex presidenteaveva ammesso in passato di aver accettato formalmente di fare l'informatore ma di non essere mai stato effettivamente operativo. Tanto che nel 2000 fu assolto da un tribunale speciale.
Ma ora i documenti che sono stati trovati in case dell'ultimo ministro degli Interni comunista, il generale Czeslaw Kiszczak, dicono qualcosa di diverso: sulle carte c'è la firma di Walesa e anche il suo nome in codice, 'Bolek'.
Ma il figlio di Walesa ribatte alle accuse: " I documenti ritrovati contro Lech Walesa sono di valore "nullo" perchè come è noto sono stati falsificati e ora vengono tirati fuori su "richiesta politica" di coloro interessati nel distruggere la sua posizione.
Jaroslaw Walesa, 40 anni, ha ricordato come la Sb negli anni ottanta ha prodotto i documenti falsi su suo padre per impedire che nel 1983 gli fosse assegnato il Premio Nobel per la pace. "Si tratta di una operazione che è stata già chiarita diversi anni fa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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