Alle 8 del mattino, ora locale, l'FBI ha bussato alla porta del resort Mar-a-lago di Donald Trump a Palm Beach, in Florida. Gli agenti hanno dato seguito a un mandato di perquisizione e, come riferisce il New York Times, un account sui social nei giorni precedenti aveva riferito di un'escalation nelle indagini, senza però fare riferimento alla possibile perquisizione nella residenza dell'ex presidente Trump.
L'oggetto della perquisizione
Le attività degli agenti si sarebbero concentrate nella parte della villa in cui si trovano gli uffici e le aree private di Donald Trump. L'indagine rientrebbe all'interno di uno dei due filoni portati avanti dal dipartimento della Giustizia, uno sull'accusa di aver tentato di rovesciare l'esito delle elezioni presidenziali 2020 e sull'assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e una che riguarda la consegna di documenti classificati. Sarebbe proprio quest'ultima l'indagine interessata alla perquisizione. Dal resort del tycoon sono stati portati via numerosi scatoloni che pare contenessero documenti classificati. Una fonte anonima ha riferito alla "Cnn" che alcuni consiglieri di Trump sarebbero stati interrogati dall'Fbi nei mesi di aprile e maggio proprio nel quadro dell'indagine sul recupero dei documenti.
Il ruolo dell'FBI e del dipartimento di Giustizia
Donald Trump avrebbe ritardato la consegna di 15 scatoloni di documenti classificati reclamati dall'Archivio Nazionale e avrebbe provveduto alla loro consegna solo nel momento in cui è stata minacciata un'azione per il recupero. Il caso è stato deferito al dipartimento della Giustizia, che nelle ultime settimane, come dimostrano gli interrogatori ai collaboratori di Trump, ha intensificato le indagini sul tycoon. Il dipartimento è stato coinvolto in questa indagine perché nelle 15 scatole consegnate da Trump nei mesi scorsi sarebbero stati ritrovati dall'Archivio Nazionale documenti con informazioni riservate, che hanno obbligato l'agenzia a restare in contatto con il dipartimento.
Da tempo, Donald Trump accusa l'FBI di essere uno strumento al servizio del Partito democratico che, a suo dire, lo vuole incastrare. Per intervenire, l'FBI avrebbe dovuto dimostrare a un giudice la sussistenza di un crimine e garantire che sarebbero state trovate prove di questo all'interno della residenza Mar-a-lago per ottenere il mandato di perquisizione. E per procedere, gli agenti dell'FBI hanno senz'altro avuto l'avuto l'approvazione da parte del dipartimento di Giustizia.
La perquisizione di aprile
Non è la prima volta che gli agenti dell'FBI entrano nella residenza di Palm Beach di The Donald. Un piccolo gruppo di agenti federali, infatti, la scorsa primavera aveva già fatto visita al resort in cerca di documenti e, in base a quanto dichiarato da un insider, tra loro potrebbe esserci stato un agente coinvolto nel controspionaggio. Tuttavia, non è noto quali documenti siano stati prelevati, e se ne siano stati prelevati, nel corso di quella perquisizione.
I precedenti
Non è la prima volta che vengono condotte indagini in ragione di una possibile violazione del Presidential Records Act. Nel 2015, Samuel R. Berger, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Bill Clinton, si è detto colpevole di aver rimosso alcuni documenti.
Nel 2007, l'ex alto funzionario del dipartimento di Stato, Donald Keyser, è stato condannato dopo aver confessato di aver tenuto più di mila documenti sensibili nel suo seminterrato. Tra questi, c'erano anche documenti top secret.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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