Un'esplosione ha colpito oggi un oleodotto che collega alcuni giacimenti libici a Sidra, nella Libia centro settentrionale. A riferirlo è una fonte dell'Esercito Nazionale Libico guidato da Khalifa Haftar, che controlla diverse zone orientali del paese e si oppone al governo internazionalmente riconosciuto del premier Fayez al-Sarraj.
La fonte militare parla di attentato e accusa i "miliziani islamisti delle Brigate di Difesa di Bengasi", ma c'è anche chi tra i soldati punta il dito contro l'Isis, che avrebbero minato il luogo. L'attacco ha avuto luogo a "30 km a nord ovest della località di Maradah".
La National Oil Corporation sta ancora valutando i danni ma secondo una fonte libica legata al petrolio il Paese a causa dell'esplosione perderà circa 90mila barili al giorno di export. La zona era occupata dai combattenti dell'Isis prima che le forze governative li espellessero dalla loro principale roccaforte Sirte un anno fa.
L'oleodotto appartiene alla compagnia Waha, che è una sussidiaria della National Oil Corporation (Noc) libica e opera come joint venture insieme a Hess Corp, Marathon Oil Corp e ConocoPhillips. Il mese scorso il suo presidente aveva riferito che la compagnia pompa 260mila barili al giorno.
Intanto la notiza arriva a New York dove prezzo del greggio si impenna.
Il barile di light sweet crude (Wti), con consegna a febbraio, guadagna i dollaro e 30 cent a 59,77 dollari, mentre il barile di Brent, sempre con consegna a febbraio, sale di 1 dollaro e 47 cent a 66,72 dollari. Dati ai massimi in due anni e mezzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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