La Libia è di nuovo in pericolo. I vice sfiduciano al Sarraj

Ahmed Maiteeq, Fathi Magbari e Abdul Salam Kajman hanno affermato che il governo di Tripoli non è in grado di gestire la sicurezza del Paese né la transizione

La Libia è di nuovo in pericolo. I vice sfiduciano al Sarraj

In Libia, il governo di Fayez al-Sarraj trema. E adesso Tripoli è di nuovo in ebollizione, con il rischio di una crisi alle porte.

Nel corso del fine settimana, tre vice del premier del Consiglio libico hanno pubblicamente sfiduciato l'operato del leader. Si tratta di Ahmed Maiteeq, Fathi Magbari e Abdul Salam Kajman, che lo hanno accusato non solo di non essere in grado di gestire e garantire la sicurezza, ma anche di operare senza comunicare le sue decisioni ai vice.

A detta dei tre sottoposti, il comportamento di Sarraj viola l'accordo che è alla base del Governo di accordo nazionale e del Consiglio presidenziale. E in questo modo, i firmatari hanno anche scritto che a essere in pericolo è la stessa intesa su cui si fonda la pur fragile esperienza del governo di Tripoli.

I vice hanno accusato Sarraj di aver disatteso gli accordi di Skirat che includevano lotta al terrorismo, ai trafficanti di persone e lo sviluppo del Paese. E sempre secondo i tre funzionari, Sarraj non ha fatto nulla per portare una pacifica transizione del Paese. Secondo quanto scritto da Meitiq, Magbari e Kajman, il leader di Tripoli causa l'instabilità del Paese e rischia di far crollare definitivamente le istituzioni dell'ovest libico. Una sfiducia che rappresenta un problema per tutto il Paese ma anche per il Mediterraneo centrale.

Le Nazioni Unite hanno puntato tutto sul riconoscimento del governo di Sarraj e sulla road-map che includesse anche il governo di Tripoli nella transizione del Paese, con Khalifa Haftar come garante e guida

dell'est della Libia. Un piano certificato dalla Conferenza di Palermo e dal piano dell'italia per un processo politico che garantisca libere elezioni nella primavera del 2019. Ma la situazione appare tutt'altro che semplice.

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