Il Bharatiya Janata Party (Bjp), formazione politica alla quale appartiene il premier indiano Narendra Modi, ha in questi giorni promosso una nuova iniziativa anti-islam. Dopo avere vietato l’usanza musulmana del divorzio istantaneo, il partito nazionalista ha deciso di sottoporre a una revisione radicale la toponomastica del Paese. Obiettivo del Bjp è infatti assegnare alle città del subcontinente nomi “pienamente indù”, al posto di quelli di origine araba o persiana coniati in passato dagli invasori turco-mongoli. La prima metropoli a cambiare nome è stata Allahabad (“dimora di Dio”), nell’Uttar Pradesh, il più popoloso Stato indiano (oltre 200 milioni di abitanti).
Il governo dell’entità federata, composto interamente da esponenti del Bjp, ha infatti deciso di sostituire la denominazione risalente all’epoca della dinastia islamica dei Moghul con una di etimologia sanscrita: Prayagraj. Il nuovo nome significa “confluenza” nell’antica lingua del subcontinente, in quanto la città, luogo di nascita di Jawaharlal Nehru, si trova proprio nel punto in cui si incontrano il Gange e il suo affluente Yamuna. L’abbandono del vecchio nome islamico della metropoli è stato promosso dal Chief Minister dell’Uttar Pradesh in persona. Yogi Adityanath, capo del governo dell’entità federata nonché membro della casta sacerdotale induista, ha infatti presentato la revisione della toponomastica come il primo passo verso la “purificazione della storia nazionale”: “Non abbiamo fatto altro che restituire alla città il suo vero nome, cancellato in seguito all’invasione dell’India da parte delle orde musulmane. Abbiamo così rimediato agli errori commessi in passato dai dominatori stranieri. Coloro che contestano tale revisione dimostrano di non conoscere affatto la storia e le tradizioni del nostro Paese. Le loro assurde critiche ci lasciano profondamente delusi e sconcertati.” Adityanath ha poi annunciato di volere intitolare a personalità “autenticamente indiane” tutte le stazioni ferroviarie e tutti gli aeroporti dell’Uttar Pradesh. L’esponente del Bjp governa il più popoloso Stato del subcontinente dal marzo dello scorso anno, dopo avere ottenuto una schiacciante vittoria elettorale.
Gli esponenti dell’opposizione hanno subito accusato il partito del premier Modi di volere “riscrivere la storia indiana”. Onkar Singh, portavoce del Congresso Nazionale Indiano, ha infatti etichettato la modifica della toponomastica come una “mancanza di rispetto” nei confronti del passato della nazione, caratterizzato da un’incessante mescolanza di popoli ed etnie.
Secondo il portavoce, la decisione di Adityanath di cancellare il nome “Allahabad” sarebbe inoltre una “palese provocazione” nei confronti degli oltre trentotto milioni di musulmani residenti nell’Uttar Pradesh.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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