A quasi due settimane dall'inizio del conflitto tra russi e ucraini, ogni giorno che passa diventa sempre più pesante con la perdita di vite umane, siano esse militari o civili. Controcorrente rispetto alla decisione di Italia, Europa, Stati Uniti e Nato di fornire armi e aiuti al popolo di Zelensky per cercare di vincere il folle Putin è Toni Capuozzo, giornalista ed esperto di vicende militari. Nel corso della trasmissione Quarta Repubblica, Capuozzo ha puntato il dito contro gli aiuti al popolo ucraino che li starebbero mandando al massacro.
"Eroi sul divano..."
"La politica dovrebbe fare tutto il possibile per far cessare il fuoco. Non dobbiamo ragionare spingendo gli altri a fare gli eroi sul divano di casa nostra", ha affermato in diretta tv quando è stato interpellato a dire la sua sul conflitto in corso. Sintetico ma chiaro: il giornalista è contrario alla no-fly zone che porterebbe un allargamento della guerra a gran parte delle nazioni mondiali. Il suo invito, piuttosto, è quello di avere un atteggiamento "più pragmatico": non esaltare la resistenza ucraina che perde ogni giorno decine e centinaia di persone, civili, vede scappare milioni di profughi verso ogni angolo d'Europa. Secondo Capuozzo è fondamentale il cessate il fuoco e bisogna ottenerlo con tutti i mezzi possibili.
L'idea delle sanzioni alla Russia
Come abbiamo scritto sul Giornale.it, parlando delle sanzioni alla Russia, Capuozzo non si è detto favorevole vedendole più come un’arma a doppio taglio che possono avere un senso nel lungo periodo ma non in questa fase del conflitto. Come ha scritto sulla sua pagina Facebook, "sarebbe stato forse meglio, più sensato e utile, mediare, provare non a sconfiggere Putin" per cercare una strada per arrivare a una resa dignitosa, una trattativa per "cedere qualcosa ma non tutto, per raffreddare il conflitto, mettendo in campo caschi blu e osservatori, idee e prese di tempo".
"Chi ha il coltello dalla parte del manico?"
Intervenuto a TgCom24, Capuozzo ha detto la sua su quanto potrà accadere da qui a breve. "Dobbiamo chiederci chi ha il coltello dalla parte del manico" perché, se è vero quanto si dice a Kiev, e cioè che i russi hanno perso 12mila uomini, se si pensa alle sanzioni contro Putin, se diventa importante il fatto che all’interno della Russia le voci di dissenso si moltiplichino, "allora possiamo immaginare una Russia in difficoltà sul terreno dei negoziati", sottolinea.
Al contrario, se i numeri russi non fossero così disastrosi, allora Putin potrebbe andare fino in fondo e rimarrebbero inascoltati gli appelli del premier ucraino a ricevere aiuti militari e no-fly zone come segnali di una resistenza "che sa di essere su un vicolo cieco". A quel punto, il coltello ce l’avrebbe Mosca. "Il terreno per negoziare c’è, l’urgenza pure, bisognerà vedere lo stato d’animo con cui le due parti si siederanno ai tavoli”, conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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