Il 2021 non sarà l'anno dell'immunità di gregge, mentre prescindendo dall'andamento del piano riguardante le vaccinazioni possiamo anche riporre in cantina l'idea della fine del distanziamento sociale: le posizioni espresse nelle ultime ore della giornata da parte dell'Oms sono queste. Il che potrebbe far storcere il naso a più di qualcuno, L'Organizzazione Mondiale della Sanità, però, ha detto la sua, inaugurando l'anno appena iniziato con qualche prima sentenza.
Esistono più piani di discussione. Uno è dettato dal tema legato alle varianti virali. Il Sars-Cov2, come tutti i coronavirus, compie delle mutazioni. L'ultima, la cosiddetta "variante inglese", sembra avere una maggiore capacità di trasmettersi. E questo è un fattore che rischia di divenire evidente per mezzo delle statistiche legate ai contagi. Come si fa ad evitare la propagazione di varianti che in potenza potrebbero condannare ancora di più un quadro pandemico già compromesso? Il direttore generale dell'Oms ha le idee piuttosto chiare.
Una strada da seguire è domandare "a tutti i Paesi di aumentare il sequenziamento del virus Sars-CoV-2 per integrare gli sforzi di sorveglianza, monitoraggio e test in corso e condividere questi dati a livello internazionale. Questo - ha aggiunto Tedros Adhanom Ghebreyesus - ci aiuta a capire meglio quando vengono identificate varianti che destano preoccupazione". Seguire le regole, vaccinarsi e sequenziare il virus: la ricetta è questa.
Nel corso delle prime fasi della pandemia, si è fatto un gran parlare dell'immunità di gregge. La prima impostazione strategica fornita da Boris Johnson puntava a quell'obiettivo in breve tempo, ma si è rivelata fallace. Un altro discorso, invece, attiene alla immunità di gregge raggiunta mediante le vaccinazioni, che come sappiamo sono in corso.
Eppure, nel corso del summit che si è tenuto in seno al massimo organo internazionale in materia di Sanità, l'immunità non è un traguardo che può essere intravisto nel corso dei dodici mesi. A ribadirlo - come ripercorso da La Stampa - è stata la dottoressa Soumya Swaminathan.
Quello in corso sarà dunque un anno contraddistinto dalle vaccinazioni, ma anche dal mantenimento dalle misure di sicurezza, con tanto di distanziamento sociale. In buona sostanza, l'umanità non è destinata a riabbracciarsi da qui alla fine di questo anno. Non sono state presentate previsioni per il 2022. E questo può alimentare del pessimismo, ma tant'è. Anche perché la strada delle vaccinazioni è tutto fuorché semplice: "Ci vuole tempo per la produzione di dosi, non solo milioni, qui stiamo parlando di miliardi", quindi bisogna "essere pazienti".
Sembra che gli ottimisti debbano mettersi l'animo in pace: lo stato pandemico non è in fase di risoluzione. L'attività di ricerca sul Sars-Cov2, poi, continua: "Martedì, il gruppo di ricerca e sviluppo Blueprint dell'Oms convocherà scienziati di tutto il mondo per stabilire le priorità di ricerca globali per l'anno a venire, comprese le varianti di virus e il sequenziamento", ha annotato Ghebreyesus. La partita non è chiusa.
E questo era già sotto gli occhi di tutti se non di molti. Sulla base di quanto reso noto dall'Oms, però, l'intero 2021 continuerà sulla scia di quello che abbiamo vissuto, al netto delle vaccinazioni che rappresentano invece una novità, nel corso del 2020.
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