L'Alta Corte di Londra ha stabilito che i medici possono staccare la spina al piccolo Charlie Gard, affetto da una rara patologia, anche contro il volere dei suoi genitori.
La battaglia per amore del bimbo di otto mesi era finita in tribunale qundo i genitori si sono opposti al parere dei medici, per i quali la rara patologia da cui è affetto Charlie non può essere curata. Yates e Chris Gard vevano lanciato una campagna di solidarietà, affermando che fosse ancora possibile salvare il bimbo affetto dalla sindrome di deperimento mitocondriale trasferendolo in un ospedale negli Usa.
Ma i giudici hanno deciso per lui una sorte diversa: "È con la più profonda tristezza nel cuore, ma anche con la più grande delle attenzioni per l’interesse del piccolo Charlie che ho preso la decisione - ha spiegato il giudice Francis -Va permesso a Charlie di morire con dignità". Il padre e la madre hanno accolto la sentenza scoppiando in lacrime.
La vicenda
Il piccolo Charlie Gard era lo scorso 4 agosto e ad appena otto settimane aveva cominciato a perdere forze e peso. Portato al Great Ormond Street Hospital, il più importante ospedale pediatrico inglese, gli era stata diagnosticata una rara malattia genetica: la sindrome di deperimento mitocondriale, che provoca il progressivo indebolimento dei muscoli. La sindrome è così rara che al mondo esistono solo 16 casi.
Da allora il bambino si trova intubato in terapia intensiva: secondo i medici non ha speranze di sopravvivere a lungo e non è possibile escludere che non stia soffrendo. Per questo hanno deciso di staccargli la spina, per evitare al piccolo ulteriore dolore.
"Charlie ha una malattia molto rara e complessa per la quale non c’è una cura riconosciuta - ha spiegato un portavoce dell'ospedale - Riteniamo di aver esaurito tutte le opzioni di trattamento disponibili. Continuiamo a sostenere i genitori in tutti i modi possibili, ma allo stesso tempo raccomandiamo ciò che riteniamo sia la cosa migliore per Charlie". Ovvero staccare la spina e lasciarlo morire.
Ma i genitori si sono immediatamente opposti. "Siamo rimasti scioccati e orripilati nell’apprendere che l’ospedale ha chiesto di spegnere il supporto vitale per Charlie", aveva raccontato Connie Yates, 31 anni, al Daily Mail.
La battaglia dei genitori
I coniugi Gard, convinti che le condizioni del figlioletto non siano così disperate, vorrebbero allora portarlo negli Stati Uniti per sottoporlo a una cura sperimentale, dopo che anche un ospedale in Spagna ha rifiutato di accettarlo. Per pagare le cure avevano anche lanciato una raccolta fondi online: #Charliesfight, la battaglia di Charlie. In questo modo erano riusciti a raccogliere 1,2 milioni di sterline, più di quanto occorresse per accedere al trattamento.
"Charlie riesce a muovere la bocca, le mani - hanno raccontato i genitori apparsi alla BBC - Non le apre del tutto, ma può aprire gli occhi e vederci, può reagire a noi. Non crediamo affatto che stia soffrendo". I Gard hanno immediatamente ricevuto la solidarietà degli spettatori. "Vogliamo solo che ci sia data una possibilità. Non sarà una cura definitiva ma lo aiuterà a vivere. Se lo salverà, sarà stupefacente - è stato l'accorato appello della mamma di Charlie in tv - Il giudice deve fidarsi di noi, siamo i suoi genitori".
Ma i giudici dell'Alta Corte di Londra, pur
lodando i genitori del piccolo per la loro campagna "piena di dignità e di amore", hanno dato ragione ai medici, sottolineando che "non si possono fare esperimenti su Charlie se non ci sono ragionevoli margini di speranza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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