Londra non rinnova il passaporto a Roman Abramovich, costretto a tornare in Russia

Il passaporto del magnate russo da anni residente nella City sarebbe scaduto da oltre un mese: un altro segno delle tensioni seguite al caso Skripal

Londra non rinnova il passaporto a Roman Abramovich, costretto a tornare in Russia

E' Roman Abramovich l'ultima vittima delle tensioni anglo-russe seguite al caso dell'attacco chimico all'ex spia Sergej Skripal. Il miliardario russo patron del Chelsea (e di molto altro) non ha ricevuto il rinnovo del visto per potere rimanere nel Regno Unito.

Abramovich, fra i magnati russi più noti al mondo, ha un patrimonio di diversi miliardi di dollari e dal 2003 è proprietario del famoso club calcistico londinese, che ne ha definitivamente consacrato la notorietà. Nonostante il suo rapporto con la Gran Bretagna sia antico e consolidato, il governo di Sua Maestà ha preso una decisione clamorosa: metterlo alla porta. Questo è almeno quello che si può con ragionevolezza dedurre dai tempi insolitamente lunghi con cui il Foreign Office - il ministero degli Esteri britannico, ndr - continua a rimandare il rilascio del suo permesso di soggiorno.

Secondo l'inviato del Corriere della Sera nella capitale britannica, l'oligarca avrebbe già fatto ritorno a Mosca. Il suo passaporto sarebbe scaduto ormai da oltre un mese. Non è un caso, sottolinea il quotidiano di via Solferino, che questo nuovo capitolo della storia delle recenti tensioni diplomatiche fra Londra e Mosca venga scritto proprio a poche settimane dall'avvelenamento di Skripal e della figlia, che i britannici attribuiscono direttamente al Cremlino.

Il Regno Unito ha già espulso molti diplomatici russi e ora prosegue sulla rotta già tracciata non rinnovando il passaporto a uno - e dei più in vistga - dei molti magnati russi residenti all'ombra del Big Ben. Non sono pochi i miliardari che dalla Russia hanno deciso di investire in Inghilterra, attratti dall'enorme volume di affari che gira intorno alla capitale britannica e alla sua city.

La replica del Cremlino: "Un atto ostile"

Nel primo pomeriggio da Mosca è giunto il commento del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha definito "un atto ostile" la mancata concessione del visto a Roman Abramovich da parte delle

autorità britanniche. "Non posso dire nulla, non ho queste informazioni, ho già detto che il nostro sistema d'impresa ha affrontato varie manifestazioni di trattamento ingiusto e ostile", ha dichiarato laconicamente Peskov.

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