I figli so’ piezz’e core e quelli di Lula, tifoso sfegatato del Corinthians, non fanno eccezione. Guardate ad esempio Luis Cláudio Lula da Silva, l’ultimogenito dell’ex presidente brasiliano che decise di non estradare l’ex terrorista Cesare Battisti rovinando il Capodanno 2010 a parecchi italiani.
Forse per non lasciare in ambasce solo il babbo - che mercoledì 17 febbraio sarà interrogato come indagato da un PM di San Paolo – Lula jr ha pensato bene di intascare proprio dal Corinthians mezzo milione di reais senza però prestare in cambio nessun “servizio” che giustificasse qualsivoglia pagamento.
Ad accusarlo mezzo stampa è stato Luis Paulo Rosenberg, per anni uomo marketing del club.
Una versione, la sua, confermata al quotidiano Folha di San Paolo da almeno altre otto persone, per di più tutte appartenenti al settore marketing del Corinthians.
Per la cronaca, il pagamento che Lula jr dovrà giustificare agli inquirenti fu fatto nello stesso periodo in cui il governo del Brasile - guidato dal Pt di Lula e presieduto dalla sua delfina Dilma Rousseff - prestava centinaia di milioni di reais per costruire l’Arena Corinthians, discussa opera del Mondiale 2014 in quanto San Paolo aveva già ottimi stadi in grado di ospitare la kermesse pallonara.
Ma chi beneficiarono quei prestiti dello stato così generosi? La Odebrecht che costruì lo stadio ed oggi è coinvolta come nessun’altra multinazionale nello scandalo tangenti Petrobras ed Andrés Sanchez, oggi deputato del partito di Lula, il Pt, all'epoca project manager nonché già oscuro presidente del Corinthians, in passato sospettato dalla giustizia verde-oro di occultamento di proprietà e di lavaggio di denaro sporco.
Proprio come l’ex presidente Lula, che il 17 febbraio sarà interrogato.
Il sospetto degli inquirenti è che l’ex presidente abbia fatto leggi in cambio di tangenti per favorire multinazionali di diversi settori, soprattutto dell’auto e dell’aeronautica.
Tangenti pagate sia sotto forma di immobili che di ristrutturazioni regali in abitazioni da lui usate ma intestate a prestanomi, sia facendo arrivare milioni ‘immotivati’ sul conto della società di marketing di Lula Jr.
Già perché il figlio ‘piezz’e core’ oltre ai soldi misteriosi arrivati dal Corinthians, è nei guai anche per 2,4 milioni di reais ricevuti dal lobbista Mauro Marcondes, in carcere da mesi nell’ambito della Tangentopoli verde-oro, ed in ottimi rapporti con Lula sin dal lontano 1975, quando uno era già un celebre sindacalista e l'altro dirigente di una multinazionale dell'auto.
Da segnalare infine un paio di dati per lo meno curiosi.
Il primo.
Tre conti segreti esteri usati per far transitare le tangenti figlie della corruzione Petrobras avevano altrettanti nomi legati all’Italia: Piemonte, Treviso e Auguri.
Il secondo.
Durante la perquisizione dell’ufficio di Marcondes, la polizia ha sequestrato un computer in cui il lobbista aveva scritto: “il decreto legge presidenziale (‘medida provisoria’ in portoghese) è stato accordato tra le persone della Fiat, il presidente Lula e l’allora governatore del Pernambuco Eduardo Campos”.
4671px;">Nel suo ultimo interrogatorio da testimone (i prossimi saranno da inquisito) Lula naturalmente ha negato qualsiasi coinvolgimento mentre Campos non può purtroppo rispondere: è morto in un incidente aereo nei pressi di Santos, il 13 agosto 2014.
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