L'ultima di capitan Carola: travestita da pinguino e arrestata dalla polizia

La Rackete ora guida un gruppo di ribelli che ostacola la costruzione di un'autostrada

L'ultima di capitan Carola: travestita da pinguino e arrestata dalla polizia

Arrestata dalla polizia mentre, in costume da pinguino, se ne stava appollaiata in cima a un albero per impedire un'azione di disboscamento decisa per permettere l'allargamento di un'autostrada. Carola Rackete torna a far parlare di sé. Da comandante di una nave dedita al salvataggio e all'invio nei porti italiani di migranti recuperati nel Mediterraneo ad attivista ecologista nelle foreste tedesche il passo è breve o lungo, secondo i punti di vista. Sta di fatto che la ventinovenne «capitana» ha ottenuto l'attenzione che desiderava per la causa degli alberi secolari minacciati dall'ampliamento della A49 e, forse, anche per la sua personale visibilità.
Le foto della Rackete vestita da pinguino, prima sulla piattaforma in legno costruita tra le frasche di un albero della foresta di Dannenroeder, che si estende nella regione centrale dell'Assia, e poi mentre viene condotta via da una poliziotta, hanno fatto il giro del mondo. Il costume, secondo le sue dichiarazioni, serviva ad attirare l'attenzione sui danni prodotti dai cambiamenti climatici, ma indossato da lei questa attenzione è ovviamente moltiplicata.
La polizia si è presentata in forze ieri mattina nella zona della foresta, estesa su 27 ettari, che secondo i piani dovrebbe essere disboscata entro 40 giorni. Lo scopo era interrompere un'azione che dura già da mesi, non sempre in modo pacifico, con la partecipazione di centinaia di attivisti. Persone che costruiscono barricate e fossati e si asserragliano sugli alberi «condannati», ma che nelle scorse settimane hanno anche dato vita ad atti di violenza, come lancio di pietre contro i vigili del fuoco e i veicoli usati per i lavori. Il loro obiettivo minimo è quello di ritardare il più possibile i lavori, come massimo quello di fermarli.
Anche ieri ci sono stati gesti violenti contro le forze dell'ordine: diverse persone sono state arrestate per aver lanciato petardi e fumogeni, e anche un razzo è stato sparato in direzione dei poliziotti. La polizia ha utilizzato ruspe per eliminare gli ostacoli e carrelli elevatori per raggiungere gli attivisti sugli alberi. A Carola Rackete, come agli altri che erano con lei, è stato chiesto di non opporre resistenza ed è stato comunicato che in un secondo tempo verrà determinata la misura in cui potranno essere chiamati a contribuire ai costi dell'operazione di polizia nei loro confronti. Insieme con i suoi compagni, è stata fatta scendere ed è stata condotta in un'area di raccolta, sempre vestita da pinguino, dove è stata perquisita. La durata del suo ordine di allontanamento non supererà le 24 ore, trascorse le quali sarà nuovamente libera, anche se difficilmente le sarà consentito di risalire sugli alberi nella foresta di Dannenroeder.
La «capitana Rackete» ha rilasciato una dichiarazione con la quale ha esortato altre persone a unirsi alla resistenza nella foresta. «Non possiamo si legge nel breve comunicato restarcene tutti a casa e aspettare che altri facciano per noi il lavoro spiacevole». Inoltre, il sito spiegel.de ha ospitato un articolo firmato dalla Rackete e dall'altra attivista di Fridays for Future Luisa Neubauer.

Nel testo, intitolato «Chi ha il potere di rompere i contratti?», si contesta che contratti di costruzione vecchi di decenni non siano stati interrotti tenendo conto di più recenti accordi sulla biodiversità e sul clima. In esso il trattamento del «pianeta vivente» da parte delle società industriali viene definito «predatorio».

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