L'ultima minaccia dalla Tunisia: "jihadisti di ritorno" verso l'Italia

Cinque arrestati a Monastir nel corso di un'operazione antiterrorismo: erano tornati dalla Siria e avevano contatti con Daesh. Il rischio di infiltrazioni sui barchini fantasma

L'ultima minaccia dalla Tunisia: "jihadisti di ritorno" verso l'Italia

È un altro segnale allarmante quello che arriva dalla Tunisia sul fronte della minaccia rappresentata per l'Italia e per l'Europa dal terrorismo.

Le autorità del Paese nordafricano, infatti, hanno arrestato cinque presunti attentatori a Teboulba, nella regione di Monastir. I cinque fermati, che avevano in programma di attaccare un autobus turistico nella zona, hanno tutti un passato in Siria e una militanza nello Stato islamico, con cui intratterrebbero ancora rapporti.

Si tratta di un dato preoccupante soprattutto alla luce del fenomeno delle cosiddette "barche fantasma", i piccoli natanti che sfuggono al controllo dei radar e che nonostante gli sforzi dei governi di Roma e di Tunisi continuano a sbarcare sulle coste siciliane circa 100 migranti a settimana.

Un flusso contenuto ma certo poco controllabile e che per questo potrebbe rappresentare un vero e proprio miraggio per i terroristi che volessero entrare in Europa senza dare nell'occhio. La vigilanza delle autorità tunisine sembra alta, con una rete di trafficanti smantellata pochi giorni fa e diversi accordi di cooperazione sulla giustizia e sulla sicurezza stretti con il governo di Roma. Tuttavia non mancano i casi di corruzione della guardia costiera, che per qualche soldo chiude più di un occhio sulle partenze clandestine.

Il controllo del territorio, poi,

non può essere impermeabile, come dimostrano i continui arrivi sulle spiagge del Meridione d'Italia. La nuova scoperta di un'altra cellula estremista, pertanto, continua a preoccupare le autorità italiane.

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