Una misura che ha un valore anche politico quella presa dall'Università del Cairo, che nei giorni scorsi ha deciso di mettere al bando il niqab, facendo sapere che i docenti e i "lettori" non potranno più fare lezione con il velo integrale, indossato da una minoranza delle donne egiziane musulmane.
L'ateneo, uno dei più antichi della capitale sul Nilo - secondo soltanto ad al-Azhar, cattedra islamica tra le più rispettate e considerate nel mondo sunnita - ha giustificato la scelta in nome di una "migliore comunicazione" tra i docenti e gli allievi, sottolineando che il niqab impedirebbe uno scambio aperto a lezione.
Il velo integrale, che copre da testa a piedi, lasciando scoperti soltanto gli occhi, è indossato dalle donne che professano l'islam in maniera più conservatrice, ma anche all'interno del mondo islamico la sua aderenza agli insegnamenti coranici è dibattuta tra gli studiosi di diversi orientamenti.
Delle quattro principali scuole di diritto islamico sunnita, soltanto una considera un dovere per la donna coprire volto e mani come il resto del corpo, in segno di modestia.
Nel 2008 un'ampia discussione si aprì quando fu al-Azhar a decidere di bandire il niqab sia per le docenti che per le studentesse. Mohammad Sayyid Tantawi, che era allora il Grande imam, la carica più alta dell'istituzione, ebbe modo di dire che il niqab ha poco a che fare con l'islam e molto con l'estremismo.
Gaber Nassar, preside dell'Università del Cairo, ha spiegato al sito Sada al-Balad che la nuova norma non dovrebbe portare grandi problemi nell'ateneo. Soltanto dieci professoresse indossano il niqab e avrebbero dato il loro assenso a farne a meno a lezione.
Tuttavia, riporta il quotidiano online Mada Masr, in almeno un caso la giustizia egiziana si espresse contro la proibizione del niqab. Nel 2007 la Corte suprema respinse la decisione dell'Università americana del Cairo, in base alla quale a una professoressa d'inglese di al-Azhar era stato impedito di accedere alla biblioteca d'ateneo indossando il velo integrale.
Un gruppo egiziano che si occupa di diritti umani, l'Iniziativa egiziana per i diritti
della persona (Eipr), si espresse allora a favore della scelta dei magistrati, sostendo che "le donne dovrebbero essere libere di scegliere come vestirsi, senza per questa scelta andare incontro a discriminazioni".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.