Il presidente argentino Mauricio Macri ha approvato una legge che consente all’aviazione militare l'abbattimento dei piccoli aerei usati dai narcotrafficanti per trasportare a Buenos Aires cocaina e marijuana da Bolivia, Perù e Paraguay, paesi produttori e confinanti con il paese del tango. La nuova norma - ribattezzata "ley del derribo" e promulgata con un decreto d'urgenza sulla sicurezza - ha fatto insorgere la sinistra argentina.
“È come una pena di morte senza processo previo" ha tuonato Augustin Rossi, l’ex ministro della Difesa di Cristina Kirchner che - i dati sono dell'ONU - quando era lui a combattere i narcos è riuscito nell'"impresa" di far avanzare l'Argentina da decimo a terzo paese esportatore di cocaina al mondo dopo Brasile e Colombia.
Peccato anche che, quando Rossi era ministro, un decreto legge analogo per abbattere velivoli narcos fosse stato approvato dal Venezuela chavista ma, ça va sans dire, in quel frangente al governo bolivariano di Caracas di critiche sue neanche una, anzi solo generosi elogi profusi a pioggia per Maduro e
compagni da sinistra.Ora che il liberale di destra Macri - che in campagna elettorale aveva promesso guerra senza frontiere contro i narcos in caso di sua vittoria - ha fatto seguire i fatti alle parole, invece, apriti cielo.
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