Come le Madri di Plaza de Mayo le donne nigeriane manifestano per le studentesse rapite

Le famiglie delle studentesse nigeriane rapite 600 giorni fa dagli jihadisti di Boko Haram hanno manifestato ad Abuja per chiedere un intervento del governo

Come le Madri di Plaza de Mayo le donne nigeriane manifestano per le studentesse rapite

Le Madri di Plaza de Mayo sono il paradigma della tragedia, il resoconto di un secolo d'orrore che è stato ereditato anche dalla nostra contemporaneità, sono il dramma di un foulard bianco e degli occhiali neri, che rincorrono il viso di un figlio cancellato dalla tragedia senza volto dell'ignoto: los desaparecidos.

Sono però, le Madri di Plaza de Mayo, anche l' icona di uno stoicismo che non accetta la cautela dell'omologazione nè che si rassegna alla paura paralizzante. Hanno fatto della parola olvidados, dimenticati, l'ennesimo approdo a cui attraccare il senso di una comune giustizia, perchè in quel termine, seppure di apparente resa, c'è invece connaturata la parola vida, che serve per non consegnare le vite degli altri al patibolo dell'oblio.

Ed è questa, in qualche maniera, l' inconscia lezione che da Buenos Aires è arrivata sino ad Abuja, dove altre madri, con altri foulard, e altre figlie di cui non si conosce la sorte hanno marciato innalzando le foto delle loro ragazze davanti al Palazzo Presidenziale.

Le famiglie che hanno incontrato il Presidente Buhari sono quelle delle giovani che 600 giorni fa vennero rapite dagli estremisti di Boko Haram. Un nuovo regime, quello della jihad e delle nuove scomparse, le studentesse nigeriane. E ancora madri a piangere e chiedere verità, giustizia e un intervento del governo.

La decisione di sfilare è arrivata dopo che il presidente ha detto di essere disposto a trattare con i fanatici, dal momento che, nessuno all'interno dell'apparato amministrativo ha idea di dove si trovino le ragazze.

Argentina, Nigeria, il Mar de la Plata o l'orrore della savana africana. La storia sembra ripetersi.

Però forse, per quello che riguarda le studentesse di Chibok nessuna disperazione è oggi legittima e concessa, a differenza invece del grido delle famiglie che vogliono un'azione diretta per rivedere delle ragazze, a cui il contingente della contemporaneità si oppone ora di conferire l'epiteto di desaparecidas.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica