Un dossier redatto di recente dal Pentagono afferma che il presidente venezuelano Maduro starebbe “sostituendo” l’esercito di Caracas con “quello cubano”.
Un rapporto stilato dall’ammiraglio Craig S. Faller, responsabile dell’United States Southern Command, stabilisce infatti che il leader bolivariano avrebbe ormai “completamente perso la fiducia" nei confronti del proprio apparato militare. L’ammiraglio, nel presentare il documento in questione alla Commissione Forze armate del Senato statunitense, ha quindi dichiarato che l’esponente chavista avrebbe scelto di affidare la propria sicurezza, nonché quella della sua famiglia e dei propri sodali, all’“esercito dell’Avana”.
Secondo Faller, Maduro non considererebbe più “affidabili” i militari di Caracas, da egli bollati come “prossimi a schierarsi con Guaidó”. Agli occhi del capo dello Stato venezuelano, le truppe cubane, al contrario, incarnerebbero una “dedizione totale” alla leadership e agli ideali chavisti.
Il dossier realizzato dall’alto funzionario della Difesa Usa non precisa però quanti siano i soldati dell’Avana stanziati attualmente nel Paese sudamericano, ma asserisce che avrebbero ormai “superato” la soglia delle “diecimila unità”. Oltre che da reparti inviati dall’isola caraibica, Maduro sarebbe “attorniato” da “consiglieri militari russi” e da “esperti cinesi di guerre informatiche”, anch’essi incaricati di salvaguardare l’incolumità del “delfino” di Chávez e la stabilità del potere chavista.
Il rappresentante del Pentagono ha quindi esposto le ragioni della “disaffezione” delle forze armate di Caracas verso il capo dello Stato socialista. Ad avviso dell’ammiraglio Usa, un numero “costantemente crescente” di militari del Paese sudamericano si starebbe avvicinando a Guaidó a causa del “repentino peggioramento” delle loro condizioni di vita. Soldati e ufficiali sarebbero infatti passati in poco tempo da una “condizione di agiatezza” alla “miseria totale”, come il resto della popolazione venezuelana.
La decisione dei membri dell’esercito di sostenere l’opposizione antichavista sarebbe quindi, a detta di Faller, una “ritorsione” all’indirizzo di Maduro, accusato da costoro di non essere stato in grado di preservare la “dignità economico-sociale” delle forze armate bolivariane.
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