Il governo della Malaysia ha in questi giorni interdetto l’ingresso nel Paese ai cittadini di Israele. La nazione islamica è da sempre strenua sostenitrice dei diritti dei Palestinesi e non ha mai instaurato relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico.
Saifuddin Abdullah, ministro degli Esteri di Kuala Lumpur, ha recentemente annunciato che, da oggi in poi, il territorio del suo Paese “non accoglierà più Israeliani” e ha presentato tale divieto come una “ritorsione più che proporzionata” alle “reiterate umiliazioni subite dagli abitanti di Gaza e della Cisgiordania ad opera dell’esecutivo Netanyahu”. Secondo il capo della diplomazia malaysiana, le “brutalità” perpetrate dai militari dello Stato ebraico ai danni dei Palestinesi avrebbero ormai “superato ogni limite”.
Il ministro ha poi evidenziato un ulteriore motivo alla base del recente divieto: la decisione di alcune nazioni occidentali di riconoscere Gerusalemme come “capitale di Israele”. Ad avviso dell’esponente del governo di Kuala Lumpur, tale riconoscimento, effettuato, tra gli altri, da Usa, Brasile e Australia, costituirebbe una “criminale revisione della storia”. L’interdizione disposta ultimamente dalle autorità malaysiane sarebbe quindi anche una reazione a tale “brutale attentato alla verità storica”, promosso, a detta di Abdullah, da una “cricca revisionista capeggiata da Netanyahu”.
Tra le prime “vittime” del provvedimento restrittivo varato da Kuala Lumpur ai danni dei cittadini israeliani vi saranno degli “atleti paraolimpici”. La delegazione sportiva dello Stato ebraico, in virtù della ritorsione decisa dalla nazione islamica, non potrà infatti prendere parte ai mondiali di nuoto per disabili. La manifestazione si svolgerà il prossimo luglio proprio in Malesia.
La reazione di Gerusalemme non si è fatta attendere. Dichiarazioni di condanna nei riguardi del Paese asiatico sono state pronunciate da numerosi componenti dell’esecutivo Netanyahu.
Ad esempio, Yisrael Katz, ministro dell’Intelligence, ha bollato il divieto disposto da Kuala Lumpur come una “vigliacca aggressione ai danni del popolo israeliano”, mentre Miri Regev, ministro della Cultura e dello Sport, ha tratto spunto dalla vicenda degli atleti paraolimpici per accusare le autorità malaysiane di “calpestare i diritti dei disabili in nome del fanatismo e dei pregiudizi politici”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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