Il manifesto degli artisti chic: "Basta consumismo dopo la pandemia"

200 tra cantanti, attori e vip firmano un appello su Le Monde chiedendo di ripensare il nostro stile di vita dopo la pandemia da Covid-19: "Basta consumismo"

Il manifesto degli artisti chic: "Basta consumismo dopo la pandemia"

Ci mancavano solo le star a farci la morale per il post Covid-19. Su Le Monde 200 artisti hanno firmato un manifesto contro il consumismo e per cambiare radicalmente il nostro stile di vita dopo la pandemia: perché il ritorno alla "normalità" deve essere diverso, ci spiegano dal bordo delle loro piscine e delle loro ville da mille e una notte. Un gruppo di star e artisti, tra cui Robert De Niro, Madonna, Cate Blanchett, Eva Green, Ricky Martin, spiegano che la pandemia da Covid-19 è sì una tragedia ma questa crisi "ha la virtù di invitarci ad affrontare le domande essenziali". La disoccupazione che toccherà purtoppo tantissime famiglie, con le annesse difficoltà economiche? Certo che no. Nella spinta moralizzatrice delle superstar c'è ben altro.

"L'attuale disastro ecologico fa parte di una "meta-crisi": la massiccia estinzione della vita sulla Terra non è più in dubbio e tutti gli indicatori indicano una minaccia esistenziale diretta". Le star chiedono dunque ai leader mondiali di "uscire dalla logica insostenibile che ancora prevale, per lavorare finalmente su una profonda revisione di obiettivi e valori". Le star, sì proprio loro, ora se la prendono con il consumismo: lo dicono a una popolazione europea e mondiale che dovrà fare i conti con una disoccupazione in costante crescita praticamente ovunque (basti pensare ai 30 milioni di disoccupati negli Stati Uniti). "Il consumismo - sottolineano - ci ha portato a negare la vita in sé: quella delle piante, quella degli animali e quella di un gran numero di umani. L'inquinamento, il riscaldamento globale e la distruzione degli spazi naturali stanno portando il mondo a un punto di rottura".

Per questi motivi, proseguono, "uniti alle sempre maggiori disparità sociali, ci sembra impensabile tornare alla normalità. La trasformazione radicale richiesta - a tutti i livelli - richiede audacia e coraggio. Non avverrà senza un impegno massiccio e determinato. È una questione di sopravvivenza, quanto di dignità e coerenza". Tutto molto bello, ma l'impressione è che questi artisti siano un filo sconnessi dalla realtà per firmare un appello contro il consumismo in questa fase storica, quando molte famiglie in tutta Europa e nel mondo dovranno fare i conti con una crisi pesantissima che si affaccia all'orizzonte: difficile pensare che un appello del genere possa fare breccia, per esempio, tra i già citati 30 milioni di disoccupati negli Stati Uniti. Risultano peraltro essere un tantinello ipocriti questi appelli accorati contro il capitalismo, per un mondo più sostenibile e all'insegna della decrescita, quando molti di questi artisti sono un "prodotto" e un simbolo di quel consumismo che oggi sembrano improvvisamente detestare e ripudiare.

Non è un invito al consumismo, per esempio, apparire in uno spot commerciale di una nota marca di automobili come ha fatto Robert De Niro di recente? Ma si sa, le star vivono delle loro contraddizioni, e va bene così. Purché non ci facciano la morale.

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