Mark Zuckerberg contro l'isolazionismo e il crescente sentimento contro la globalizzazione. In una lunga lettera sulla sua pagina Facebook, il patron e fondatore del social network delinea la sua visione del mondo e le misure che vuole attuare per "unire l'umanità". "Il progresso - scrive - richiede che l'umanità si metta insieme non solo attraverso le città o le nazioni, ma anche come comunità globale". Un vero e proprio "manifesto" contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che suona come il primo passo per un suo futuro impegno in politica che tanto piace a progressisti, democratici e radical chic.
L'appello, diffuso senza alcun preavviso, arriva in un momento difficile per Facebook. Da settimane il social network è, infatti, assediato dalle critiche di chi lo accusa di aiutare la disinformazione, attraverso la diffusione di "bolle" in cui si alimentano le fake news. Nella sua lettera, invece, Zuckerberg tintegga un'idealistica e utopica visione del ruolo che la più importante rete sociale può svolgere per un futuro migliore, un ruolo che deve andare oltre la semplice interconnessione. "In tempi come gli attuali - scrive - la cosa più importante che noi di Facebook possiamo fare è sviluppare l'infrastruttura sociale per dare alla gente la possibilità di costruire una comunità globale che lavori per tutti noi".
Secondo Zuckerberg l'obiettivo del social network deve essere quello di migliorare il livello di vita. "Voglio concentrarci sulla questione più importante di tutte: stiamo costruendo il mondo che vigliamo?". "Facebook c'è per avvicinarci di più e costruire una comunità globale. Quando abbiamo cominciato, questa idea non era contestata... Ma ora, nel mondo ci sono persone lasciate indietro dalla globalizzazione e movimenti che spingono per il tirarsi indietro dalla connessione globale". Ci sono minacce che sono "sempre più crescenti", come il terrorismo, i disastri naturali, le crisi dei rifugiati, e il cambiamento climatico, che "hanno bisogno di risposte coordinate".
Zuckerberg ha già detto di non voler correre per la presidenza degli Stati Uniti. Ma il movimento "Never Trump", finanziato anche dal magnate ungherese George Soros, lo vedrebbe molto bene alla Casa Bianca. Nell'intera lettera mister Facebook non fa mai alcun accenno esplicito alle politiche di Trump né al referendum sulla Brexit. Ma è proprio lì che vuole andare a parare. Il tutto senza che nessuno si interroghi cosa potrebbe mai accadere se l'algoritmo che gestisce le vite di oltre 1,8 miliardi di utenti riuscisse a prendersi lo scranno più potente del mondo intero.
Nessuno, però, sembra preoccuparsi se il giovanotto, che detiene i big data (anche quelli più privati) delle nostre esistenze, stia tramando dietro le quinte per preparare una campagna elettorale costante anti Trump. Certo, dalla sua parte ha i colossi della Silicon Valley e, soprattutto, la possibilità di manipolare il sentiment degli utenti di Facebook.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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