Mes, rottura tra PD e 5S. In Europa votano divisi.

Lo scontro in Parlamento si materilizza a Bruxelles. Ma tra i grillini non c'è unità.

Mes, rottura tra PD e 5S. In Europa votano divisi.

La «sindrome della Tav» si è materializzata nell'aula dell'Europarlamento in seduta plenaria a Bruxelles sul voto per l'attivazione del Mes. Il discusso Meccanismo europeo di stabilità, causa delle ultime tensioni interne alla maggioranza a Roma. Uno schema simile all'Alta velocità, con la risoluzione per l'adozione del Fondo Salva-Stati, strumento approvato dalla maggioranza dell'emiciclo, Pd compreso, con il voto contrario del M5s puramente di testimonianza. Prima del voto nel Parlamento italiano ci sarà la riunione del Consiglio Europeo del 23 aprile e tutto potrebbe cambiare. Ma quanto accaduto ieri è indicativo delle divergenze che ci sono tra i due partiti al governo. Il nodo è il paragrafo 23 del testo depositato da Ppe, Renew Europe, Socialisti e Democratici e Verdi. Oltre ai dem hanno votato a favore Forza Italia e Italia Viva. I Cinque Stelle, tornati apparentemente sulla linea sovranista, hanno detto no insieme a Fdi e Lega. La parte del documento sul Mes «invita gli Stati membri della zona euro ad attivare i 410 miliardi di euro del Meccanismo europeo di stabilità con una linea di credito specifica». E «sottolinea che, come misura a breve termine, il Meccanismo europeo di stabilità dovrebbe immediatamente estendere le linee di credito precauzionali ai paesi che chiedono di accedervi per far fronte alle esigenze di finanziamento a breve termine per affrontare le conseguenze immediate del Covid-19».
La delegazione grillina si è astenuta al voto finale sulla risoluzione. In una nota il gruppo M5s ha spiegato: «Ci saremmo aspettati un chiaro e forte riferimento ai Coronabond grazie ai quali l'Ue potrebbe finanziare la ripartenza economica una volta superata l'emergenza, ma per colpa dell'irresponsabilità di Lega e Fi l'emendamento che li inseriva nel testo è stato rigettato». Poi un altro equilibrismo: «Registriamo l'impegno a trovare strumenti nuovi per superare la crisi e ribadiamo la nostra contrarietà al Mes». Dichiarazioni che non restituiscono la fotografia di un gruppo diviso anche al suo interno sul voto alla risoluzione. Con i più moderati messi in minoranza dai falchi anti-europei. Un sì con riserva, quello del Pd, secondo il vicesegretario Andrea Orlando. «Sino a quando il Mes non è scritto nero su bianco fino alla fine è un dibattito surreale - ha detto in un'intervista a Radio Capital - aprire uno scontro frontale mentre è aperta la trattativa è il modo per fallire la trattativa stessa». Il presidente dell'Europarlamento David Sassoli sul Mes ha dichiarato: «Potrebbe essere conveniente usare almeno i soldi dei cittadini italiani per interventi nel campo dell'emergenza sanitaria». Per Sassoli i fondi del Mes «potrebbero servire per ospedali, medici, investimenti, apparecchiature».
Ma dal M5s è arrivato un no anche per i Recovery Bond, inseriti nel paragrafo 17 della risoluzione, altro tema divisivo all'interno del partito stesso.

Sul punto l'eurodeputato grillino Ignazio Corrao ha precisato: «il paragrafo 17 ha dentro il Mes, per questo abbiamo votato contro». Opposta la lettura del capodelegazione Pd a Bruxelles Brando Benifei: «Con questo voto il Parlamento mette sul tavolo i recovery bond, uno strumento importantissimo per il nostro Paese».

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