In Messico due giornalisti sono stati uccisi in attacchi separati nel giro di un giorno. Sale così a dieci il numero degli operatori dei media uccisi in Messico nel solo 2018 (sono stati undici nel 2017), mentre sono più di 100 gli operatori dei media che sono stati uccisi nel paese centramericano dal 2000.
In gran parte questi crimini – avvenuti nei periodi nei quali il paese è stato guidato da Vicente Fox (dal 2000 al 2006), Felipe Calderón (dal 2006 al 2012), Enrique Peña Nieto (dal 2012 fino al primo dicembre prossimo, quando entrerà in carica Andrés Manuel López Obrador) – sono rimasti irrisolti.
Gli ultimi due casi riguardano Luis Pérez García e Ruben Pat Cauich.
Pérez García è stato assassinato il 23 luglio nella delegazione di Iztapalapa a Città del Messico, come ha riferito la Federazione delle associazioni dei giornalisti del Messico (Fapermex).
Dei criminali sono entrati nella casa del giornalista, lo hanno colpito sul cranio e poi gli hanno dato fuoco. Dopo che anche la casa ha cominciato a prendere fuoco, i vicini hanno allertato le autorità e si è scoperto il delitto (all'inizio si credeva che Pérez García fosse morto per soffocamento o ustioni).
"Ancora una volta evidenziamo l'aumento esponenziale di questi crimini commessi dai nemici delle libertà di stampa e di espressione, le cui cifre sono davvero terroristiche", hanno affermato dalla Fapermex. "La nostra unione organizzata raddoppia la sua richiesta di giustizia e chiede che siano implementati i meccanismi di protezione per giornalisti, addetti stampa e operatori della comunicazione", hanno sottolineato dalla Fapermex.
La scorta, infatti, avrebbe potuto salvare la vita di Ruben Pat Cauich, il giornalista ucciso a colpi d'arma da fuoco il 24 luglio mentre si trovava fuori dal bar Arre che si scorge nel centro della zona di Playa del Carmen, nel comune di Solidaridad.
I servizi di emergenza della città, che conta circa 160 mila abitanti, non appena arrivati sul luogo del crimine hanno potuto solo dichiararne l’avvenuta morte.
In un'intervista il sindaco Cristina Torres, ha detto che Ruben Pat Cauich aveva presentato una denuncia con l'ufficio del procuratore generale tre o quattro mesi fa ed aveva chiesto che la sua casa fosse sorvegliata, ma non gli è stata assegnata nessuna guardia del corpo.
La località che la Torres guida si trova in una zona turistica del sud-est, lo stato costiero di Quintana Roo, una zona dove, nei primi sei mesi del 2018, c’è stato un aumento del 132% dei tassi di omicidio. Nel Quintana Roo si trovano numerose località turistiche popolari come Cancun e Tulum.
Ruben Pat Cauich era il direttore responsabile di Playa News Aqui y Ahora, un sito di notizie online, molto seguito su Facebook, gestito proprio nella zona di Playa del Carmen.
"La polizia municipale ha preso contatto con il personale dell'ufficio del procuratore generale per svolgere indagini pertinenti", ha dichiarato il comune di Solidaridad in una nota.
Ruben Pat Cauich è stato assassinato 25 giorni dopo il suo collaboratore José Guadalupe Chan Dzib, ucciso a colpi d'arma da fuoco il 29 giugno scorso nella città di Felipe Carrillo Puerto.
Secondo il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) di New York, a giugno Pat Cauich era stato picchiato, detenuto durante la notte e minacciato dalla polizia. Spesso riferiva di attività di polizia e, prima della detenzione, aveva scritto un articolo accusando agenti locali di collusione con una banda criminale.
Jan-Albert Hootson, rappresentante del CPJ per il Messico, sempre ad Al Jazeera ha dichiarato che Pat Cauich era stato iscritto a un programma di protezione del governo al momento della sua morte.
Con un post su Facebook Playa News Aqui y Ahora ha commentato: è stato "un giorno nero per il giornalismo", aggiungendo che "l'omicidio dei giornalisti non metterà a tacere la verità", invitando il governo di Quintana Roo e la Procura generale dello stesso stato federale di indagare sui due omicidi ravvicinati. "Ora sono due del nostro team, Governatore, quando finirà la mancanza di sicurezza pubblica nel nostro stato?".
Andres Manuel Lopez Obrador, il presidente eletto del Messico, si è impegnato a "prendersi cura e proteggere", mentre sotto la presidenza del suo predecessore, Enrique Pena Nieto, almeno 42 giornalisti sono stati assassinati e ci sono stati circa due mila attacchi ai giornalisti, in quel Messico che è considerato uno dei paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti, dove ben 300 giornalisti, dal 2012 ad oggi, sono stati o sono sottoposti a programmi di protezione federale.
Negli Stati Uniti, il senatore repubblicano della Florida, Marco Rubio, ha
pubblicato un messaggio sul suo account Twitter affermando che "Pat aveva scoperto legami tra funzionari locali e bande" e ha osservato che "il governo messicano dovrebbe dare la priorità per combattere questo problema".
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