Messico, il governo di sinistra azzera i fondi pubblici alle ong pro-migranti

Le ong hanno reagito alla linea dura del governo accusando quest’ultimo di lanciare “accuse vergognose” contro i privati attivi nell’assistenza ai richiedenti asilo presenti in Messico

Messico, il governo di sinistra azzera i fondi pubblici alle ong pro-migranti

Il governo di sinistra del Messico ha ultimamente deciso una stretta ai danni delle ong pro-migranti.

Il presidente della nazione centroamericana, il socialista Andres Manuel Lopez Obrador, ha infatti annunciato l’interruzione di ogni finanziamento pubblico alle associazioni impegnate finora nel settore dell’accoglienza dei rifugiati e nella gestione dei 18 centri-profughi presenti sul territorio nazionale.

Durante una recente conferenza-stampa al palazzo presidenziale di Città del Messico, Lopez Obrador ha denunciato la “corruzione endemica” che affliggerebbe, a suo dire, le istituzioni private preposte all’assistenza ai migranti. Queste ultime, ha accusato l’esponente socialista, non farebbero nient’altro che “intascare i contributi statali senza preoccuparsi di migliorare realmente le condizioni di vita dei profughi”.

Di conseguenza, il leader messicano ha dichiarato di volere mettere fine alle “mangiatoie sulla pelle dei più deboli” ordinando, in primo luogo, lo stop ai finanziamenti pubblici alle ong e, in aggiunta, assegnando alla gestione diretta dello Stato le 18 strutture ricettive per richiedenti asilo finora amministrate da tali enti privati. Secondo Lopez Obrador, l’estromissione delle associazioni pro-migranti dal settore nazionale dell’assistenza ai profughi determinerà il “ripristino della legalità e della trasparenza” sul fronte della gestione dei fenomeni migratori.

Oltre ad accusarle di corruzione e di appropriazione indebita di risorse statali, il governo di sinistra ha biasimato le ong anche per avere finora condotto “controlli inesistenti” sull’identità dei clandestini ospitati nei centri per rifugiati. Il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, ha appunto incolpato le associazioni umanitarie di non essersi finora “minimamente accorte” del fatto che, tra i soggetti assistiti negli ultimi mesi nelle strutture ricettive, vi fossero numerosi “trafficanti di esseri umani” e “narcotrafficanti”.

La stretta dell’esecutivo Lopez Obrador contro l’accoglienza gestita da enti privati ha subito indotto questi ultimi a rilasciare dichiarazioni dai toni duri all’indirizzo della leadership del Paese centroamericano. Ad esempio, Monica Salazar, rappresentante dell’ong Dignificando el Trabajo, ha innanzitutto respinto come “vergognose” le accuse di corruzione avanzate dal presidente socialista contro le associazioni impegnate a dare assistenza agli immigrati.

La donna ha quindi bollato come “disastrosa” la scelta del Capo dello Stato di avocare alle autorità pubbliche il compito di amministrare le 18 strutture ricettive presenti in Messico, in quanto, a suo dire, i funzionari statali non avrebbero le “competenze necessarie” a gestire i centri in questione.

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