Lo scopo dell'operazione era quello di arruolare mujaheddin che fossero pronti a lasciare tutto e andare ad unirsi alle schiere jihadiste sui fronti più caldi del Medioriente, dalla Siria all'Iraq. A gestirla erano un cittadino macedone, indagato e ora per fermato per arruolamento con finalità di terrorismo e un imam bosniaco che radicalizzava i "candidati" combattenti.
Il macedone è stato fermato dai carabinieri del Ros a Mestre. Le indagini su di lui hanno permesso di capire che avrebbe fatto partire per la Siria almeno tre foreign fighters passati dall'Italia, macedoni e bosniaci, due quali sarebbero rimasti uccisi tra il 2013 e il 2014. Il terzo sarebbe ancora al fronte.
Informazioni raccolte nell'ambito delle indagini avevano anche permesso, a maggio dello scorso anno, di espellere dall'Italia i cittadini macedoni
Arslan Osmanoski e Redjep Lijmani, per motivi di prevenzione del terrorismo. Un cittadino marocchino, Jaffar Anass, non era stato espulso perché quando il provvedimento era stato emanato si trovava nel suo Paese d'origine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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