Prevedere dove scoppieranno possibili nuovi focolai di Sars-CoV-2 analizzando la quantità del virus presente nelle acque fognarie: è questo uno dei pilastri sul quale si basa il metodo utilizzato da Madrid per arginare la diffusione della pandemia di Covid-19.
Ricordiamo che la Spagna è la nazione più colpita dal questa seconda ondata e che la sua capitale è l'epicentro del contagio iberico. I dati parlano chiaro: il Paese ha sfondato il tetto dei 900mila contagi e sta per raggiungere la quota di 34mila vittime. L'ultimo bollettino ha registrato 222 decessi e 15.186 contagi, segnando il peggior record della settimana.
Il metodo Madrid
Per evitare la debacle, con il collasso del sistema sanitario - già sotto stress - le autorità hanno imposto misure restrittive nelle aree rosse, là dove la diffusione del coronavirus circola più velocemente. Madrid è l'occhio del ciclone. Una città, tra l'altro, specchio del braccio di ferro interno al sistema politico spagnolo, portato avanti dall'esecutivo nazionale e da quello delle varie comunità locali.
Le decisioni prese dal governo nazionale non hanno quasi mai trovato il sostegno delle amministrazioni locali, e più volte le due parti sono finite a farsi la "guerra". A Madrid, come ha confermato Isabel Diaz Ayuso, presidente della Regione madrilena, la situazione è complessa. E lo è sia dal punto di vista politico che sanitario.
Nella confusione burocratica generale, tra leggi considerate dannose e provvedimenti indigesti, Madrid ha agito in autonomia. Anziché chiudere l'intera Regione, la Communidad della capitale ha limitato i lockdown ad aree più piccole. "Solo dove il virus circolava, lasciando le altre più libere. Più difficile, certo, ma più efficace e meno costoso", ha spiegato al Corriere della Sera Diaz Ayuso.
Il segreto delle fognature
Se la situazione a Madrid sta migliorando, ha sottolineato Diaz Ayuso, il merito non è da ricercare nel governo centrale quanto nel particolare metodo adottato dalla capitale. "Misuriamo il virus nelle acque reflue. Abbiamo capito che sopra una certa soglia, entro 48 ore esploderà un focolaio. Siamo stati in grado di chiudere preventivamente", ha affermato ancora il presidente della Communidad madrilena.
Detto altrimenti, la strategia madrilena ha messo nel mirino le fognature della città, considerate a tutti gli effetti redini per domare il Covid-19 (sempre nel caso in cui sia possibile circoscrivere le aree). Al contrario, secondo Diaz Ayuso, il governo ha chiuso il perimetro esterno di Madrid, difendendo magari il resto del Paese ma consentendo "la mobilità tra quartieri più infetti e quelli sani".
A Madrid è stata dunque rigettata l'idea di applicare una serrata totale. Sono piuttosto stati individuati i quartieri più critici, attraverso l'analisi delle acque reflue, e in quelle aree sono state concentrate le chiusure. "È compito della politica indicare come sopravvivere ai lockdown oltre che al virus", ha rimarcato il presidente della Communidad.
Almeno il momento, il metodo Madrid sembrerebbe aver portato risultati sperati. In ogni caso, in vista del futuro, la capitale è pronta a rispondere alla pandemia colpo su colpo.
"La seconda ondata sta cominciando a declinare, ci prepariamo alla terza, alla quarta, ogni volta saranno più piccole, ma arriveranno. Cosa facciamo? Smettiamo di viaggiare? No: abbiamo 5 milioni di test rapidi e un nuovo ospedale all’aeroporto. Gliel’ho detto, vogliamo lavorare, vivere, non sopravvivere", ha concluso Ayuso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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