Mifsud, spunta un nuovo audio: "Non sono un agente russo"

In un audio risalente all'ottobre 2017, pubblicato oggi dal Telegraph, Joseph Mifsud nega di avere rapporti particolari con la Russia, mentre conferma di aver incontrato George Papadopoulos

Mifsud, spunta un nuovo audio: "Non sono un agente russo"
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Joseph Mifsud, il misterioso docente maltese scomparso nel nulla al centro del Russiagate e della controinchiesta guidata dal Procuratore John Durham che sta esaminando la condotta delle agenzie federali nonché di "attori privati" contro Donald Trump, nega di avere avuto un qualsiasi ruolo nella vicenda Trump-Russia e di aver agito per conto del Cremlino, come aveva fatto intendere il rapporto Mueller. Il Telegraph ha pubblicato in esclusiva un audio con la versione del professore, risalente all'ottobre 2017, prima dunque della sua scomparsa. Secondo la ricostruzione ufficiale, il docente affermò in un incontro del marzo 2016 a George Papadopoulos, consigliere della campagna di Trump, di aver appreso che il governo russo possedeva “materiale compromettente” (dirt) su Hillary Clinton “in forma di e-mail”. A quel punto l’ex consulente del presidente avrebbe ripetuto tali informazioni all’alto Commissario australiano a Londra, Alexander Downer, che a sua volte riferì tutto alle autorità americane. Da qui, il 31 luglio 2016, partirono le indagini dell’Fbi sui presunti collegamenti fra Trump e la Russia, accuse che in seguito si sono dimostrate inconsistenti.

Mifsud, tuttavia, replica nell'intervista pubblicata dal giornale britannico che "questo non è assolutamente vero" e nega anche di avere rapporti con la Russia, sottolineando di non essere in possesso di un visto che gli consenta di viaggiare liberamente nel Paese. "Le mie visite nella Federazione Russa sono fatte visto per visto, perché non ho un visto multiplo" e "l'ultimo visto che ho avuto dalla Russia mi è stato dato attraverso i sauditi, perché ero lì per un seminario sullo Yemen, non ha nulla a che fare con la Russia", rimarca. L'enigmatico docente maltese conferma gli incontri con George Papadopoulos, affermando di essersi incontrato con l'ex advisor della campagna di Trump "per un caffè o qualcosa del genere" ma nega "assolutamente" di aver mai parlato del materiale compromettente su Hillary Clinton, sfidante di Donald Trump nel 2016. Versione completamente diversa da quella ricostruita da George Papadopoulos.

La versione di George Papadopolous su Mifsud

Secondo Papadopoulos, i due cenarono insieme la prima volta la sera del 12 marzo 2016, in una trattoria romana, per la precisione alla Trattoria al Moro, nei pressi della Fontana di Trevi. Nel suo libro Deep State Target, Papadopoulos descrive il docente maltese come un diplomatico che vantava contatti di altissimo livello e conoscenze di ogni tipo. Tornato a Londra, l’allora consulente di Trump riceve una mail da Mifsud, nella quale il docente spiega di volergli presentare "qualcuno di veramente importante". Papadopoulos corre da Nagi Idris, il direttore della Lcilp, ente per il quale lavorava anche Mifsud. Sa già tutto e spiega all’avvocato di origini greche che la persona importante che incontrerà a Londra grazie a Joseph Mifsud è la nipote del Presidente russo Vladimir Putin. La cena è fissata per il 24 marzo, al Grange Holborn Hotel, un lussuoso Hotel di Londra, a pochi passi dal British Museum. “Quando arrivò, Mifsud mi stava aspettando nell’atrio con un’affascinante e giovane donna bionda. Si presentaòcome Olga Vinogradova. Si scusò immediatamente per il suo inglese scarno”. Naturalmente, come stabiliranno in seguito le indagini condotte dall’Fbi, quella ragazza non è affatto la nipote di Putin.

Dov'è finito Joseph Mifsud?

Come riportato in esclusiva da Inside Over, sono sempre maggiori le voci di corridoio secondo cui i magistrati agrigentini siano oramai quasi certi di avere a che fare con un indagato che, in futuro, non avrà modo di difendersi né in un’aula di tribunale e né a livello politico: "Le probabilità che Mifsud sia morto sono molto alte”, conferma una fonte del palazzo di giustizia agrigentino. "Parliamo dell’80% di possibilità".

La Procura di Agrigento indaga sulle spese pazze del professore nel periodo in cui era presidente del Consorzio Universitario di Agrigento, dal 2009 al 2012. Un procedimento partito dopo gli esposti presentati da Giovanni Di Maida, attuale commissario del consorzio universitario.

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