Per risolvere il problema degli sbarchi di migranti in Sicilia Angela Merkel starebbe studiando una soluzione "alla turca".
Di ritorno da Ventotene, dove ha preso parte a un vertice a tre con il presidente francese Francois Hollande e il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, la cancelliera tedesca ha prospettato l'ipotesi di un accordo con i Paesi nordafricani sul modello di quello stipulato fra Turchia ed Unione Europea per poter contenere i flussi di profughi in partenza dal Maghreb verso le coste siciliane.
Parlando con il quotidiano bavarese Neue Passauer Presse, la Merkel ha sottolineato la necessità di un "maggior controllo" sulle rotte mediterranee delle migrazioni, nell'interesse proprio di chi si mette in mare. L'obiettivo è il contrasto al traffico di uomini, un miglior monitoraggio degli ingressi e la garanzia di poter distinguere con certezza fra chi ha diritto alla protezione internazionale e i "semplici" migranti economici.
Secondo l'accordo raggiunto a marzo fra le autorità di Bruxelles e quelle di Ankara, Turchia ed Unione Europea si impegnano a riallocare i migranti secondo lo schema di "uno a uno": per ogni migrante respinto in Turchia poiché si è rifiutato di presentare domanda d'asilo in Grecia, la Ue accoglie un siriano che soddisfi i requisiti necessari per la concessione della protezione internazionale.
"L'accordo con la Turchia è giusto e va difeso - ha spiegato la Merkel - È sicuro e tiene conto dei buoni motivi che possono spingere i migranti a rimanere in Turchia, nazione più vicina ai loro Paesi d'origine sia dal punto di vista geografico che da quello culturale e linguistico."
Una proposta, quella tedesca, che ricalca almeno in parte il cosiddetto "migration compact" ipotizzato mesi fa dal governo italiano, che da tempo auspica la stipulazione di accordi con i Paesi di origine e di transito dei migranti.
Vantaggi e svantaggi dell'accordo euro-turco sui migranti
Se effettivamente l'accordo con la Turchia ha drasticamente ridotto il numero di sbarchi sulle coste della Grecia, è vero però che il patto euro-turco presenta molte criticità, che rischierebbero di essere acuite nell'ipotesi di accordi analoghi con i Paesi dell'Africa settentrionale.
Molte fra le più autorevoli ong hanno infatti sollevato gravi dubbi sul rispetto dei diritti umani da parte delle autorità turche e sulle modalità dei respingimenti dei migranti al confine con la Siria. Preoccupazioni fondate, che si riproporrebbero anche con maggiore intensità in caso di accordi, ad esempio, con l'Egitto.
Che dire poi della situazione in Libia, dove la guerra civile divampa e i governi di Tripoli e di Tobruk non hanno alcuna intenzione di riconoscersi reciprocamente? Con quale interlocutore dovrà
rapportarsi l'Europa? A chi finirebbero i fondi elargiti da Bruxelles?I tempi dell'accordo con il colonnello Gheddafi, che a fine anni Duemila governava la Libia con pugno di ferro, sono lontani. La Merkel dovrebbe tenerne conto.
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