I Paesi europei iniziano a sentire il peso dell'immigrazione incontrollata e la crisi in Afghanistan potrebbe incrementare i flussi via terra dei prossimi mesi. Il fronte dei Paesi Visegrad è compatto nel chiedere il potenziamento del controllo sui confini, anche con barriere fisiche per il blocco degli ingressi ma a questi potrebbero aggiungersene altri, tutti nella parte orientale dell'Europa. Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia rappresentano il nucleo primario ma ora sono sulla stessa linea di azione, per motivi principalmente geografici, anche Austria, Estonia, Danimarca, Bulgaria, Cipro e Grecia.
L'argomento è stato centrale nel corso dell'ultimo Consiglio Ue affari interni a Lussemburgo. Al termine dell'incontro, il commissario agli affari interni, Ylva Johansson, ha risposto ai giornalisti a nome della Commissione Ue e non a titolo personale in merito all'argomento: "Se uno Stato membro ritiene necessario costruire una recinzione lo può fare e io non ho nulla da obiettare. Hanno la possibilità e il diritto di costruire queste recinzioni. Usare finanziamenti Ue è un altro paio di maniche". Una posizione netta quella assunta dalla Johansson e, quindi, dalla Commissione, che non preclude nessuna possibilità purché i Paesi utilizzino i propri fondi.
Il commissario ha poi proseguito: "Bisogna rafforzare la protezione dei nostri confini esterni. Devo dire che alcuni Stati membri hanno costruito alcune strutture di protezione. Ho presentato varie proposte per proteggere meglio i confini esterni e per monitorarli nel Patto Ue per la migrazione e l'asilo. Questo fa parte dell'approccio della gestione della migrazione e abbiamo già trovato accordo su passi importanti per proteggere meglio i confini attraverso l'interoperabilità". Ylva Johansson, nel corso della conferenza stampa, ci ha anche tenuto a sottolineare che "dobbiamo proteggere le nostre frontiere esterne ma dobbiamo anche proteggere i nostri valori e diritti fondamentali. Tutti gli Stati membri hanno la responsabilità di agire in linea con questo, questo ha a che fare con la reputazione di tutta l'Ue".
Sulla questione afghana, il commissario ha ribdito la volontà dell'Europa di non far mancare il suo supporto ma anche la necessità "che tutti coloro che arrivano dall'Afghanistan sia registrati e
verificati con una procedura di screening. Questo è fondamentale per garantire la sicurezza. Sono abbastanza preoccupata circa i rischi legati ad Al-Qaida che potrebbe riprendere piede in Afghanistan".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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