Minneapolis, Minnesota, Usa. Una coppia di giovani afroamericani viene fermata per un controllo durante una gita in macchina. La polizia chiede i documenti al conducente, il trentaduenne Philando Castile. Al posto del passeggero siede la fidanzata, Diamond Reynolds. Con loro c'è anche la figlia di lei, che non avrà nemmeno una decina d'anni.
Castile spiega ai poliziotti di essere proprietario di un'arma, regolarmente detenuta e mette le mani in tasca per prendere il portafoglio. Quindi uno degli agenti apre il fuoco. Una, due, tre, quattro volte. Ferendolo a morte.
Una scena di ordinaria barbarie, negli Usa di questi anni convulsi. Ma c'è una novità: tutta la scena è stata filmata dalla ragazza che sedeva al posto del passeggero ed è stata trasmessa in diretta su Facebook.
Non solo per documentare l'orrore e lo sgomento di una morte in diretta, ma anche per chiamare aiuto, per documentare quanto stava succedendo e per condividere l'angoscia con i propri "amici" sui social network.
Nel video, crudissimo, si vede Castile riverso sul sedile del guidatore con la maglia bianca macchiata di sangue. Il poliziotto gli punta ancora l'arma addosso. Quindi sono riprese anche le scene dell'arresto della ragazza e poi una lunghissima, angosciante, sequenza, dal furgone della polizia. La donna ripete ossessivamente "la polizia ha sparato al mio ragazzo", ma senza perdere quasi mai la calma.
Il proposito di documentare quanto sta accadendo prevale su tutto.
Così come la rabbia, il senso di impotenza, di una comunità afroamericana di Minneapolis e di tutti gli Usa che ha assistito in diretta all'ennesimo atto di violenza ai propri danni. E che anche grazie ai social network sa mobilitarsi. E rispondere. Purtroppo, a volte, anche con scellerata violenza che aggiunge nuovi morti ai vecchi morti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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