Ucraina-Russia, prove di tregua. Ma gli ultranazionalisti: "Continueremo a combattere"

Il leader dell’Ukraine’s Right Sector non riconosce gli accordi di Minks e minaccia. Putin conferma la tregua dalle 23: "I ribelli pronti a cessare il fuoco"

Ucraina-Russia, prove di tregua. Ma gli ultranazionalisti: "Continueremo a combattere"

Vladimir Putin ha confermato, in un colloquio telefonico con Angela Merkel e Francois Hollande, l’intenzione di rispettare il cessate il fuoco in Ucraina dalle 23, onorando dunque i patti di Minsk . “I ribelli sono pronti a cessare il fuoco” ha dichiarato il presidente russo. Anche Petro Poroshenko, in diretta tv, annuncia l’entrata in vigore dell’armistizio, ammonendo: “È l’ultima chance per un processo politico e per una soluzione pacifica del conflitto nel Donbass”. Poroshenko, dopo aver denunciato le ultime violazioni compiute dai filorussi, ha comunque ricordato che l’Ucraina orientale resta “sotto minaccia”.

Alla vigilia delle tregua proseguono i combattimenti nel sud-est dell’Ucraina e continua a salire il conto dei morti. Nelle ultime ore si contano ventiquattro vittime nel Donbass: per la maggior parte sono civili innocenti, caduti sotto il fuoco incrociato dei ribelli e dell’esercito di Kiev, impegnati negli scontri a Debaltseve, snodo ferroviario strategico assediato dai filorussi. È ancora guerra totale e lo stesso Poroshenko attacca Putin, parlando di "grave minaccia" russa alla pace. Le forze di mosca, secondo il presidente ucraino, sono responsabili di un "significativo aumento" dell'offensiva militare nonostante il recente patto di non belligeranza. “L'ho detto a una riunione del gabinetto dei ministri, ancora prima di Minsk, che se non c'è pace, dovremo prendere una decisione molto difficile ma necessaria imponendo la legge marziale. Lo ripeto ancora una volta: in questo caso la legge marziale sarà imposta non solo a Donetsk e Lugansk, ma anche all'intero Paese” ha aggiunto Poroshenko.

I sofferti accordi di Minsk entreranno in vigore a mezzanotte, ma già si sa che non saranno rispettati. La svolta non è arrivata. Gli ultranazionalisti ucraini non riconoscono la pace (più che mai incerta) stipulata nella capitale della Bielorussia: continueranno a sparare. E proprio negli ultimi minuti si è verificata un’esplosione di tre mine nella piazza centrale di Donetsk: il bilancio non è ancora chiaro, ma le fonti locali parlano di almeno tre morti e cinque feriti. La deflagrazione è avvenuta poco lontano dal Park Inn Hotel, dove Oleksandr Zakharchenko – capo dell’autoproclamata Repubblica Indipendente di Donetsk – ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha confermato l’impegno di rispettare la pace ovunque tranne che a Debaltsevo visto che l’intesa raggiunta “non dice una parola” sullo snodo ferroviario conteso.

RussiaToday racconta che il leader dell’Ukraine’s Right Sector, Dmitry Yarosh, non ritiene possibile alcuna intesa con Putin e ha dato così ordine alle sue unità paramilitari neo-naziste di continuare la guerra in Ucraina orientale secondo i piani.

Yarosh condanna in un lungo post sul proprio profilo Facebook le trattative fiume tra Ucraina, Russia, Francia e Germania conclusesi giovedì con la stipula del concordato di pace, che considera privo di qualsiasi valore giuridico in quanto in contrasto con la Costituzione ucraina. Lui e i suoi uomini – scrive – non sono disposti a scendere a patto con “terroristi” e continueranno una “lotta attiva” contro di loro.

La guerra prosegue e anche la tensione Usa-Russia tocca livelli critici. Washington, per bocca del suo ambasciatore a Kiev, ha accusato il Cremlino di aver già calpestato i patti appena firmati: Mosca, secondo gli States, starebbe continuando a trasportare armi ed equipaggiamenti bellici (missili compresi) verso il confine ucraino.

È arrivata una secca smentita da parte del ministero della Difesa russo che nega totalmente la presenza della propria artiglieria nei pressi di Debaltsevo. Il funzionario americano, Geoffrey Pyatt, aveva postato su Twitter foto satellitari che mostravano uno schieramento bellico anti-aereo russo.

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