Malgrado l'aumento degli attriti sociali e l'esacerbarsi delle problematiche razziali durante questi anni di amministrazione Trump, nella giornata di ieri gli Stati Uniti hanno compiuto un ulteriore passo avanti nel lungo cammino di riconciliazione con le proprie minoranze. Il Senato statunitense ha infatti approvato all'unanimità la proposta di legge che rende il linciaggio un reato federale a tutti gli effetti, superando così le numerose legislazioni anti linciaggio dei singoli stati che nel corso degli ultimi decenni hanno cercato di porre rimedio ad un lungo e imbarazzante vuoto giuridico. Il disegno di legge, presentato in maniera bipartisan da tre parlamentari afroamericani - i democratici Kamala Harris e Cory Booker ed il repubblicano Tim Scott - nel giugno scorso, fa si che il linciaggio possa venire legalmente considerato come un crimine d'odio ed equiparato a reati già esistenti come l'omicidio. Un risultato che la senatrice Kamala Harris, uno dei volti attualmente più in vista del Partito Democratico e considerata da molti come potenziale candidata presidente per le elezioni del 2020, ha definito in un tweet come "storico".
The moment when the United States Senate agreed unanimously to make lynching a federal crime for the first time. History. pic.twitter.com/MtoI0Or0mg
— Kamala Harris (@SenKamalaHarris) 19 dicembre 2018
Anche il senatore Cory Booker si è dimostrato soddisfatto per il risultato della votazione di ieri, dichiarando: "Oggi abbiamo corretto gil errori fatti e adottato un'azione correttiva che riconosce finalmente questa macchia nella storia del nostro Paese". Nel testo della proposta viene inoltre descritto il lungo cammino che le associazioni per i diritti civili (su tutte la Naacp, National Association for the Advancement of Colored People, ideatrice del celebre slogan "A man was lynched yesterday") hanno dovuto affrontare nell'arco di oltre un secolo per poter finalmente vedere approvata una normativa contro il linciaggio. Una pratica che secondo il Tuskegee Institute mieté 4.743 vittime tra il 1882 ed il 1968, per la maggior parte cittadini afroamericani anche se non mancano esecuzioni sommarie anche ai danni di nativi americani e di immigrati messicani, cinesi ed italiani, e per la quale il 99 per cento dei cosiddetti linciatori non venne mai perseguito dalla legge.
Il primo tentativo effettivo di introdurre il reato federale di linciaggio avvenne infatti nel 1918, quando il rappresentante repubblicano Leonidas C. Dyer riuscì a far approvare la sua proposta di legge anti linciaggio sia dal congresso nazionale del Partito Repubblicano che dalla Camera dei Rappresentanti, andandosi tuttavia a scontrare con il voto negativo del Senato a causa dell'ostruzionismo dei parlamentari democratici degli stati del sud. Questi ultimi infatti, ancora profondamente scossi dalla sconfitta subita nella Guerra di Secessione, erano sempre stati storicamente sostenitori del segregazionismo e nutrivano forti preoccupazioni in merito ad una possibile emancipazione della minoranza nera in seguito all'abolizione della schiavitù. Per quasi ottant'anni il gruppo dei bianchi democratici del sud riuscì a bloccare oltre duecento proposte di legge sul reato di linciaggio, questo malgrado ben sette Presidenti degli Stati Uniti si espressero a favore di una norma federale in tal senso.
Il testo del disegno di legge approvato menziona inoltre una risoluzione del senato varata nel 2005, in cui le istituzioni statunitensi si scusavano per il continuo fallimento dell'attuazione di una legislazione anti linciaggio, affermando: "Nonostante le scuse del Senato e proprio per l'accresciuta consapevolezza che oggi la nazione ha
in merito a cosa fu il linciaggio, è del tutto necessario ed appropriato che il Congresso promuova questa normativa, dopo cento anni di sforzi legislativi infruttuosi, per rendere il linciaggio un reato federale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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