La Commissione per i Rapporti Esteri del Senato degli Stati Uniti ha sentito in audizione pubblica il generale dell'aviazione americana Robert Kehler, in precedenza a capo del Comando strategico americano, l’ex Sottosegretario alla Difesa Brian McKeon e Peter D. Feaver, professore di Scienze politiche alla Duke University, sui principi che regolano l'autorità nucleare. L’argomento non veniva affrontato da 41 anni. Come Presidente degli Stati Uniti a Donald Trump è conferita la facoltà di autorizzare, senza alcuna approvazione, il lancio dei missili balistici intercontinentali contro un avversario straniero, innescando una guerra termonucleare. Nello specifico la Commissione per i Rapporti Esteri del Senato ha voluto approfondire l’autorità conferita agli organi legislativi ed esecutivi per l’impiego di asset strategici. La Commissione ha preso atto che non esistono restrizioni significative all’autorità del comandante in capo di approvare un attacco preventivo con impiego di testate termonucleari.
La postura strategica statunitense
La deterrenza statunitense si basa su un arsenale in grado di scongiurare qualsiasi ricorso al nucleare: è il concetto della Distruzione Mutua Assicurata. Non è concepito in linea teorica per essere utilizzato per prevenire o durante un attacco convenzionale o in presenza di impiego di armi chimiche e biologiche sul campo. Il principio di base di questa postura è che nessun avversario avrebbe alcuna ragionevole possibilità di azzerare l'intero arsenale nucleare americano e sfuggire ad un apocalittico attacco di rappresaglia. L’infallibilità del ruolo di Presidente degli Stati Uniti gli conferisce questa precisa capacità di discernimento. Come parte vitale della deterrenza nucleare Usa, Donald Trump può autorizzare senza la dichiarazione di guerra del Congresso un attacco preventivo (First Strike) e di rappresaglia (Second Strike) in risposta alla rilevazione di testate nucleari nemiche in volo o pericolo imminente per sopravvivenza stessa della nazione. In sintesi: non esiste limite al potenziale uso della forza nucleare.
Il Giorno del Giudizio
Molte delle procedure per l’impiego di asset strategici sono classificate. Tuttavia affinché il deterrente sia credibile, alcuni dettagli chiave sono pubblici in modo da comunicare i rischi a qualsiasi avversario. E’ il principio della deterrenza che si basa sull’equilibrio tre le scarse informazioni diramate e quelle coperte da segreto militare. Informazioni sufficienti per spaventare il nemico.
Come si ordina un lancio nucleare
Il comando della triade nucleare richiede compostezza, giudizio, moderazione, abilità diplomatica e percezione delle tecnologia in possesso delle fazioni da colpire. Non esiste veto all’ordine di attacco nucleare del Presidente degli Stati Uniti. Subito dopo il suo giuramento, Donald Trump ha partecipato al briefing classificato riservato ad ogni nuovo Presidente degli Stati Uniti sulle procedure da attuare per ordinare un attacco nucleare. E’ l’obbligo potenzialmente finale del presidente che ha il potere di abilitare i codici di lancio, costantemente aggiornati dal Pentagono. Il briefing non ha l’obiettivo di illustrare la strategia nucleare (8010-12), la natura dei bersagli o le conseguenze, ma di garantire l'esatta comprensione della procedura per ordinare un attacco nucleare in caso di emergenza. E’ progettato per garantire una risposta rapida in una particolare situazione: il rilevamento di testate nemiche in volo. In presenza di attacco nemico, il Presidente degli Stati Uniti avrebbe soltanto pochi minuti per conferire con i principali consiglieri della sua amministrazione prima di ordinare una rappresaglia termonucleare. La procedura è concepita per consentire e garantire alla catena di comando una risposta significativa immediata.
Dalla sua valigetta di circa 45 kg, President's Emergency Satchel, chiamata Football, simile ad una 24 ore e solitamente trasportata da un ufficiale superiore, ilPresidente degli Stati Uniti può abilitare, in ogni istante, il lancio di missili Minuteman a terra o autorizzare l’espulsione dei missili Trident dai sottomarini classe Ohio sempre in mare. Al Presidente è conferito il biscotto, per il suono che emette una volta spezzato. E’ una scheda in plastica che contiene al suo interno i codici prestampati che identificano il Capo supremo delle forze armate al National Military Command Center. La valigia di 45 chili garantisce piene connessione con tutte le tre opzioni nucleari disponibili. I codici di Trump non vengono trasmessi ai silos dei missili, ai bombardieri o ai sottomarini: verificano soltanto l'identità del presidente quando invia un ordine di lancio per il Pentagono. La Football implementa diversi sistemi di sicurezza per autenticare il Presidente. Altri codici di autenticazione, elaborati dall’NSA, rimangono in custodia al Pentagono ed in altre sette località segrete: si abilitano soltanto per scala gerarchica qualora il presidente degli Stati Uniti dovesse morire. Nessun militare può effettuare un lancio di propria volontà senza i codici di autenticazione del comandante in capo. Autenticati i codici presidenziali, il Pentagono invia gli ordini tramite Emergency Action Message alle unità prescelte per il lancio. Il two-person concept impedisce l’uso accidentale di armi nucleari. I due ufficiali che custodiscono le sole chiavi del pannello di controllo devono concordare sui codici preformattati ed in forma integra ricevuti dal National Military Command Center o dai comandi alternativi attivati in seguito ad un attacco preventivo nemico. Nel messaggio anche il tipo di opzione nucleare prescelta dal Presidente. Qualora i satelliti non dovessero rilevare alcun lancio da una piattaforma, per effetto della ridondanza questi avverrebbero da altre unità. In questo modo si assicura sempre una copertura strategica globale, poiché è improbabile la perdita simultanea dell’intera flotta strategica in mare.
La capacità First Strike di Trump: una questione costituzionale
La deterrenza dipenderà sempre da un certo grado di indeterminatezza e di incertezza. Non è tanto quello che si farà per rappresaglia, ma quello che accadrà una volta avviati i lanci. Alcuni legislatori vorrebbero subordinare l’attacco preventivo o First strike alla dichiarazione di guerra da parte del Congresso, l’ultima avvenuta nella seconda guerra mondiale. Per legge il Presidente degli Stati Uniti, come comandante in capo, ha l’autorità di utilizzare l’intero strumento militare del paese. Il Congresso potrebbe proporre una legge ed inserire nella catena di comando che regola l’attacco preventivo anche il consenso del Segretario della Difesa per una sorta di two-person concept. Tuttavia la distinzione tra uso difensivo e offensivo della forza resterebbe difficile, mentre per il Pentagono la natura legale di un ordine di attacco emanato dal comandante in capo difficilmente sarebbe messo in discussione.
L’infallibilità del Presidente degli Stati Uniti
Il Presidente degli Stati Uniti, in ogni momento, potrebbe ordinare il lancio di circa 1930 testate (tra componente strategica terrestre e sottomarina) sulle 7000 stoccate. La Russia ha pronte al lancio 1790 testate sulle 7290 custodite. Non esiste veto all’ordine di attacco nucleare del presidente degli Stati Uniti. Qualora il Segretario alla Difesa, che riceve e verifica l’ordine di autorizzare il lancio dopo l’autenticazione dei codici del comandante in capo, si dovesse rifiutare, il presidente ha sempre la facoltà di destituirlo. E’ il meccanismo noto come National Command Authority (NCA). Il Segretario alla Difesa può dissentire, ma non ha potere di veto. Vi è anche l’opzione che conferisce alle principali figure politiche di dichiarare il Presidente come incapace di eseguire i propri compiti, tuttavia il tempo necessario per lanciare un attacco nucleare è stimato in otto / dodici minuti massimo. E’ quindi l’infallibilità del Presidente associata al First strike e la relativa catena di comando che il Congresso vorrebbe modificare.
L’essenza dell’attacco preventivo
Il principio dell’attacco preventivo si basa sull'autodifesa anticipata. Secondo dottrina di riferimento, l’attacco preventivo statunitense mira a neutralizzare una minaccia certa, non immediata, non ambigua ed in grado di infliggere danni inaccettabili. Tuttavia è proprio quella percezione che potrebbe innescare i parametri previsionali di autodifesa.
La finestra temporale per ordinare una rappresaglia è di pochi minuti, considerando l’essenza stessa dell’attacco preventivo. La Russia non dispone di un sistema geostazionario di preallarme a raggi infrarossi. Soltanto due dei dodici satelliti che comporranno la futura costellazione di preallarme sono stati messi in orbita. Mosca si affida principalmente sui radar di allarme precoce terrestri per rilevare un attacco missilistico statunitense. Dal momento che questi radar non riescono a vedere oltre l'orizzonte, la Russia avrebbe poco meno di 15 minuti per rilevare le testate in arrivo. Il tempo di preallarme stimato per gli Stati Uniti per rilevare un attacco preventivo russo è di circa trenta minuti. La procedura per il lancio di testate termonucleari è quindi strutturata per consentire al comandante in capo di prendere una decisione in pochi minuti. Qualsiasi requisito preliminare (autorizzazione del Congresso o un voto legislativo ufficiale), impedirebbe alle forze nucleari americane di rispondere in tempo. La procedura è stata scritta per garantire la continuità di governo, mentre l’autorità conferita in scala gerarchica per ordinare un lancio è sempre individuale. Il protocollo stabilito accetta essenzialmente la mancanza di un reale controllo ed equilibrio, tuttavia i comandanti militari americani dovrebbero avere il diritto intrinseco di rifiutare qualsiasi ordine che ritengono illegale. Almeno sulla carta. Il piano strategico 8010-12 chiarisce che gli attacchi dovranno essere conformi alle leggi sul conflitto armato e che qualsiasi azione militare dovrà essere proporzionale alla minaccia per evitare vittime tra i civili. Ovviamente questa è la teoria. Sarebbe opportuno rilevare che senza un chiaro esempio di intento ostile, il Presidente degli Stati Uniti dovrebbe richiedere l'approvazione del Congresso per un attacco nucleare, sebbene il piano strategico 8010-12 non menzioni tale condizione. La Commissione per i Rapporti Esteri del Senato degli Stati Uniti ha rilevato ancora una volta le difficoltà nel bilanciare la capacità nucleari del Presidente con politiche che limitassero quel potere.
Il piano strategico 8010-12
Il piano operativo del Comando Strategico degli Stati Uniti 8010, delinea i potenziali scenari in cui è previsto il ricorso al nucleare. Aggiornato nel 2012, dovrebbe essere declassificato nel 2022.
Nella sezione chiamata Inquadrare il problema, si legge che “…con la fine della guerra fredda il panorama internazionale è cambiato. La sicurezza globale è segnata da conflitti prolungati, costante cambiamento, enormi complessità e maggiore incertezza. Mentre le preoccupazioni dinamiche nello spazio e nel cyberspazio si evolvono, le minacce tradizionali alla sicurezza nazionale continuano ad essere rappresentate da Stati sovrani con emergenti capacità WMD (weapons of mass destruction)”.
L’OPLAN 8010-12 si rivolge ad un nemico X. Menziona specificamente la Russia e la Cina che “non rappresentano pericoli imminente per gli americani”.
L’OPLAN 8010-12 è un testo molto semplice che conferisce una visione globale: è il testo di riferimento strategico per diversi potenziali nemici che possiedono arsenali nucleari o cercano di ottenerli.
“La rapida evoluzione tecnologica e l'ampia disponibilità civile delle capacità militari, hanno ridotto i costi di ingresso, mettendo a disposizione nuove armi. Diversi attori hanno avuto accesso a nuove funzionalità che in passato non avrebbero ottenuto senza significativi investimenti. La sovrapposizione delle sovranità continuerà a presentare sfide per la sicurezza nazionale”.
Nell’OPLAN 8010 si rileva la “necessità di una volontà politica americana nell’impiegare le forze strategiche qualora la deterrenza fallisse”. Abbiamo più volte analizzato le capacità della triade nucleare Usa, tuttavia il piano strategico reso pubblico non le menziona limitandosi ad un solo passaggio:
“L’obiettivo è chiaro: utilizzare il sistema adeguato per eliminare la capacità del nemico ed il suo apparato decisionale chiave per cessare le ostilità”.
Il principio della deterrenza si basa sull’equilibrio tre le scarse informazioni diramate e quelle coperte da segreto militare. Informazioni sufficienti per spaventare il nemico. Le soglie di tolleranza sono delineate, ma nell’OPLAN 8010 si rileva testualmente che “il presidente può ordinare a Stratcom di rispondere ad un atto ostile o ad una minaccia imminente”.
Non vi è un vincolo sul potenziale uso del nucleare
“L’uso di qualsiasi arma, cinetica o non-cinetica, deve rispettare i principi fondamentali del diritto nei conflitti armati in base al criterio della proporzionalità. La necessità militare deve evitare sofferenze inutili o rischi di distinzione. Principi che dovranno essere presi in considerazione durante lo sviluppo e l’esecuzione di tali piani”.
Oltre alle diverse interpretazioni, l’OPLAN 8010-12 non chiarisce il modo in cui una risposta nucleare potrebbe essere proporzionale. In definitiva, sebbene remota, gli Stati Uniti prevedono la possibilità di utilizzare lo sterminato inventario strategico in risposta ad un attacco convenzionale o nucleare. OPLAN 8010 si compone di varie opzioni di attacco convenzionale e nucleare. Queste ultime sono classificate. OPLAN 8010 è un piano strategico che incorpora diversi elementi del potere nazionale per esercitare pressione ed ottenere effetti strategici contro avversari specifici.
L’errata percezione dei messaggi
E’ forse la sezione (pesantemente censurata) più importante dell’intero piano strategico. Si menzionano i rischi sull’errata percezione dei messaggi degli avversari.
“I comandanti dovranno valutare costantemente e culturalmente una appropriata strategia di comunicazione. Indipendentemente da ciò, tutte le opzioni devono essere sempre disponibili”.
La risposta proporzionale
E’ un concetto strategico. “Valutata la minaccia, una proporzionale risposta, ma in grado di arrestare il potere decisionale e militare di un nemico”. Tuttavia, una risposta proporzionale, una volta autorizzato il lancio di testate nucleari, non esiste. E’ un principio che dovrebbe guidare la valutazione immediata in uno scenario di guerra.
Il concetto della proporzionalità si applica soltanto per la scelta delle testate da impiegare.
Approssimativamente, i sottomarini balistici trasportano 890 testate. La linea morbida di attacco è formata da 506 testate W76/Mk4A da 100 kt. La linea pesante da attacco è formata da 384 testate pesanti W88 / MK5 da 455 kt.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.