Voleva lasciare il giornalismo ma quanto accaduto il 24 febbraio l'ha fatta tornare sui suoi passi ed ha ripreso in mano la penna e la passione per questo mestiere, che in Russia è molto complicato. Lei è Farida Rustamova, una delle più promettenti e conosciute croniste russe costretta a lasciare ben tre redazioni a causa delle conseguenze di Putin sul cosiddetto giornalismo "libero" e non di regime come da lui imposto. Lo zar le aveva chiuso tutto: Bbc Russia, sito web Meduza e Rain.tv, adesso ha un blog ma soprattutto importanti contatti per far luce sulla folle guerra voluta dal presidente russo. La prima cosa che racconta al Corriere è il dissenso interno al Cremlino quando Putin ha deciso di attaccare l'Ucraina. "Molti hanno espresso il loro disaccordo, facendo in modo che arrivasse fino a Putin. Non è vero che tutti hanno taciuto. Qualcuno, tra chi non era preparato alle conseguenze della guerra, cominciando dalla distruzione dell’economia, ha provato a farsi sentire", racconta.
"Putin non ha mai ascoltato..."
Ci si circonda di gente di fiducia anche per suggerimenti che, alle volte, sanno più di raccomandanzioni, come quelle di alcuni fedelissimi del presidente che, nonostante l'amicizia, hanno cercato di farlo desistere da ogni idea di guerra. I risultati, però, sono stati pessimi e sotto gli occhi di tutti. "Zero. Non ascoltava, e ripeteva sempre le stesse cose, che la Russia non ha iniziato la guerra, che non c’era altra scelta, eccetera. Negli ultimi due anni ha vissuto in isolamento totale. E ora va anche peggio", racconta Rustamova. La parola isolamento è molto significativa: Putin ha vissuto una vita lontano dalla scena a causa della pandemia e chissà se, come molti sostengono, possa averlo "incattivito" e dato quella spinta a compiere un gesto già preparato mentalmene da molto tempo.
"Nessuno pensava alla guerra"
La forza di Farida è il suo il blog ma anche una newsletter, "Faridaily", dove ha pubblicato numerose esclusive con documenti riservati sui negoziati tra Russia e Ucraina, uno dei pochi strumenti per i cittadini russi e non solo che non si sono piegati al regime. Per avere soltanto 30 anni è certamente una donna in gamba. Le sue fonti escludevano che sarebbe potuto scoppiare un conflitto. "Tutti si dicevano certi che non sarebbe successo nulla. Non erano preoccupati. Non se lo aspettavano - ha raccontato al Corriere - Questa è stata l’operazione speciale di Putin, fatta e preparata in gran segreto. All’insaputa di quasi tutti". L'ex ministro delle finanze di Putin, Alexej Kudrin, suo amico dai tempi di San Pietroburgo, ha provato a farlo desistere spiegandogli che "l’economia russa sarebbe ben presto scesa al livello dei primi anni Novanta, ovvero al disastro. Putin gli ha fatto capire di non comprendere il senso del suo messaggio, di non capire perché gli stesse dicendo quelle cose. Un muro".
Cosa è cambiato adesso
Dopo oltre un mese e mezzo di conflitto, cosa è cambiato? La blogger spiega che ormai, chi si era schierato contro, ha accettato la situazione. "Non possono fare altro". Adesso, certamente, chissà in quanti hanno abbandonato l'idea di vivere nel mondo occidentale, "intrappolati a casa e rassegnati ad accettare questo destino", racconta la blogger russa. Il paradosso è che, per sopravvivere, dai collaboratori ai suoi fedelissimi sono diventati solidali con Putin "per sopravvivere, per non andare in galera", non si può essere sicuri della loro sincerità "ma sono obbligati a restare. Putin li ha legati a sé. Adesso, con le sanzioni, non hanno altro interlocutore che lo Stato, ovvero lui. Non c’è via di uscita". Farida Rustamova racconta che il popolo, pur sposando la linea dello zar, è intrappolato "in una gabbia, della quale solo Putin ha le chiavi.
E questo vale per tutti quelli che ci sono rimasti chiusi dentro". All'ultima domanda, se Putin è considerato pazzo, la risposta è ancora più chiara. "Chi lo chiama pazzo, sbaglia ancora una volta. In lui c’è ancora e c’è sempre stato un pensiero razionale", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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