Non solo migranti: in ballo anche l'economia europea

Non solo migranti: in ballo anche l'economia europea

Gli occhi saranno puntati sul dossier che conta di più, quello sull’immigrazione. Ma il Consiglio eurpeo di oggi e domani, che arriva dopo due settimane di dibattito e soprattutto di scontro in Europa, non si limterà ad affrontare solamente la questione che rischia di far implodere il progetto europeo. Sul piatto ci sono riforme economiche, il bilancio salva-Stati per evitare che nuove crisi provochino nuovi scossoni a un’Europa che negli ultimi anni si è dimostrata fragile e per questo anche a caccia di soluzioni concrete e decise, per restituire alle istituzioni europee la credibilità che hanno perso negli ultimi anni

La cooperazione con la Nato nell'era Trump

I leader dovrebbero discutere della cooperazione Ue-Nato in vista del vertice dell'Alleanza Atlantica di luglio e fornire orientamenti per gli ulteriori lavori, in particolare quelli riguardanti la cooperazione strutturata permanente (Pesco). Il Consiglio europeo dovrebbe occuparsi anche di mobilità militare, del Fondo europeo per la difesa, del programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (Edidp) e di politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) in ambito civile. Il presidente Donald Tusk ha avvisato che la Ue deve «prepararsi al peggio» nelle relazioni con gli Usa. «Nonostante i nostri sforzi instancabili per tenere unito l'Occidente le relazioni transatlantiche sono sotto pressione immensa».

Commercio e digitalizzazione per il futuro

I leader Ue dovrebbero adottare conclusioni su vari temi discussi di recente nell'ambito dell'agenda dei leader, quali fiscalità, innovazione e digitale. Il Consiglio europeo approverà inoltre le raccomandazioni specifiche per Paese nel quadro del semestre europeo 2018 e discuterà della futura gestione del quadro finanziario pluriennale (il Qfp, che stabilisce i limiti dei bilanci generali annuali dell'Unione europea e che ha tra gli scopi principali quello di agevolare l'adozione del bilancio annuale della Ue), compreso un calendario. I leader dovrebbero discutere anche di commercio. Sul piatto pure la digitalizzazione dell'economia Ue nel contesto del ciclo del semestre europeo.

L'addio di Londra e il confine con l'Irlanda

Sarà il Consiglio dei 27 e non quello dei 28 perché si parlerà dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea senza il Regno Unito. Sul tavolo lo stato dei negoziati sulla Brexit, al quale seguiranno conclusioni sui progressi compiuti. Passi avanti scarsi, come ha confermato ieri anche il governo irlandese, che ha definito «caotica» la posizione di Londra su Brexit e ha chiesto al «sistema politico britannico» di risolvere la questione. Il nodo sulla frontiera tra la Repubblica d'Irlanda (Eire) e l'Irlanda del Nord (Ulster) non è stato ancora sciolto e Dublino si aspetta che qualsiasi accordo di uscita includa una «salvaguardia» in modo che l'Ulster rimanga allineato con alcune regole del mercato unico e dell'unione doganale.

Bilancio e Fondo dell'eurozona voluti da Macron

Anche la strada per la riforma dell'eurozona sembra in salita. Proposto inizialmente dal presidente francese Emmanuel Macron e sostenuto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel nel cosiddetto «accordo di Meseberg» (il castello alle porte di Berlino dove i due si sono incontrati a giugno), il bilancio comune della zona euro sembrava più vicino dopo il via libera di Berlino. Ma a osteggiarlo resta il blocco dei paesi nordici, che lo considerano un regalo agli indebitati Paesi del Sud Europa.

Nella bozza del Consiglio - secondo indiscrezioni - proprio a causa delle divisioni, sarebbe sparito l'accenno alla questione. Resta in piedi la proposta di rafforzamento del Meccanismo europeo di Stabilità, il cosiddetto fondo salva-stati.

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