"Non uscirò mai con lui": Michelle Obama racconta il primo incontro con Barack

Esce oggi Becoming, l'autobiografia dell'ex first lady. Che ricorda: "Il primo giorno Barack si accese una sigaretta. Un gesto orribile..."

"Non uscirò mai con lui": Michelle Obama racconta il primo incontro con Barack

"Un buon pupillo per l’estate", nulla più. Questo pensò Michelle Obama del giovane Barack, nel giorno in cui si conobbero. Invece quel ragazzo "piacevole, anticonvenzionale e a modo suo elegante" sarebbe diventato il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti. Oltre che suo marito.

Esce oggi nelle librerie di tutto il mondo Becoming, l'autobiografia della ex first lady che già fa discutere per le molte anticipazioni (tra le altre, la notizia che le due figlie della coppia sono nate da fecondazione in vitro). Il Corriere della Sera pubblica uno stralcio tratto dal capitolo in cui Michelle racconta il primo incontro con il nuovo tirocinante del suo studio legale: lo studente della Law school di Harvard di nome Barack Obama.

Gli errori di Barack

Barack aveva tre anni più di Michelle, ma il percorso di lui era stato "uno zigzag improvvisato attraverso mondi diversi". Michelle invece era più avanti negli studi e lavorava da tempo nella società di rappresentanze legali Sidley Austin di Chicago. Per questo Michelle sarebbe stata la tutor di Barack durante lo stage estivo.
Il primo giorno di lavoro, il neo stagista fece due errori. Il primo: arrivò in ritardo. "Una cosa che mi faceva infuriare", racconta Michelle: "la consideravo un inequivocabile segno di arroganza". E poi, al termine del pranzo nel lussuoso ristorante al primo piano del grattacielo in cui si trovava l'ufficio, si accese una sigaretta. "Una cosa orribile, un gesto che sarebbe stato di per sé sufficiente a smorzare qualsiasi mio interesse, se ne avessi avuto uno".

Quella voce sexy...

Ma il fascino di Barack cominciò da subito ad ammaliare la futura first lady: "Si diceva che fosse uno studente eccezionale. Sorrise impacciato e si scusò del ritardo mentre mi stringeva la mano: se sapeva di arrivare con la reputazione del fenomeno, non lo dava a vedere". Michelle era già stata colpita dalla sua voce, durante il primo colloquio telefonico: "Era ricca, baritonale, persino sexy. Mi aveva fatto piacevolmente trasalire". Poi furono i racconti di Barack a fare breccia: "Era la prima persona che avevo incontrato da Sidley ad aver trascorso un po’ di tempo nei negozi dei barbieri, nei ristoranti popolari e nelle parrocchie dei predicatori neri nella parte più meridionale del South Side".

"Un ragazzo ibrido"

E infine la personalità del nuovo arrivato: "Barack era serio senza prendersi sul serio. Aveva modi disinvolti ma rivelava un’insolita potenza di pensiero". Michelle, donna in carriera disposta a tutto per affermarsi nel mondo degli studi legali, fu impressionata dal suo carattere. "Ciò che mi colpì fu la sua sicurezza riguardo alla direzione che avrebbe preso la sua vita. Era stranamente privo di dubbi, sebbene, a prima vista, fosse difficile capire perché". Quel ragazzo "ibrido in tutti i sensi, figlio di un padre nero, keniano, e di una madre bianca originaria del Kansas, nato e cresciuto a Honolulu ma che aveva trascorso quattro anni della sua infanzia a far volare aquiloni e cacciare grilli in Indonesia" lo affascinò. Ma al termine del primo incontro, soprattutto dopo la sigaretta, Michelle era convinta: "Nemmeno una volta pensai a lui come a uno con cui mi sarebbe piaciuto uscire.

Innanzitutto, ero il suo tutor nello studio. In secondo luogo, avevo appena giurato a me stessa che non sarei uscita più con nessuno: ero troppo logorata dal lavoro per dedicare anche uno sforzo minimo a una storia". E invece...

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