Proposta e controproposta. Si riprende a trattare, quando la rata del prestito da 1,6 miliardi che la Grecia deve rimborsare al Fmi sta per scadere e il ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha già fatto sapere di non voler scucire un euro. Un'eventualità che porterebbe la Grecia a essere tecnicamente in default. Per evitare l'irreparabile, il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha presentato un'offerta tesa a sottoscrivere un accordo prima della scadenza del piano di aiuti. Alexis Tsipras ha rilanciato proponendo aiuti biennali e il taglio del debito.
Ore febbrili a Bruxelles. Juncker ha chiamato Tsipras per illustrargli "un tentativo dell’ultimo minuto che potrebbe essere fatto ed approvato all’Eurogruppo". L'offerta prevederebbe in particolare l’Iva al 13% per gli alberghi e le strutture turistiche, tetto previsto nella proposta greca poi respinta dalla Troika che chiedeva il 23%. Se l’offerta fosse accettata, i ministri delle Finanze dell'Eurozona potrebbero impegnarsi a dilazionare il pagamento delle scadenze del debito, l'abbassamento dei tassi di interesse e l'estensione di una moratoria sui pagamenti verso la zona euro. La proposta sarebbe stata ascoltata con interesse da Tsipras che, però, avrebbe inviato a Bruxelles una lettera contenente una controproposta per chiedere un programma di salvataggio di due anni al fondo europeo Esm (il meccanismo permanente europeo salvastati) e a la ristrutturazione del debito. Il tutto confermando, almeno per il momento, l'intenzione di votare "no" al referendum. Così facendo, le default si avvicina a gambe levate. Tanto che il Fmi si sta preparando a mettere Atene in mora. L'insolvenza vera e propria dovrebbe, tuttavia, scattare tra un mese. Nell'immediato, invece, verrebbe meno l'accesso a circa 16,3 miliardi di euro di finanziamenti. "Con la scadenza del programma - spiega un funzionario europeo - cesseranno 1,8 miliardi di aiuti dell’Efsf, 10,9 miliardi del cuscinetto per le banche e circa 3,6 miliardi del programma Smp della Bce per acquistare bond sul mercato secondario".
Angela Merkel ha gelato le aspettative di un avvicinarsi della soluzione, facendo trapelare che a suo giudizio "non ci saranno sviluppi oggi sulla Grecia". "La Germania - ha messo in chiaro la cancelliera tedesca - non intende discutere di un nuovo piano di aiuti alla Grecia prima del voto del referendum di domenica prossima". Nel frattempo, per evitare un immediato collasso finanziario del Paese, le banche e la borsa di Atene resteranno chiuse almeno fino al 7 luglio. Per evitare un assalto ai bancomat, è stato imposto un limite di prelievo giornaliero di 60 euro. Da mercoledì un migliaio di filiali dovrebbe riaprire parzialmente per consentire ai pensionati di ritirare gli assegni mensili, per un massimo di 120 euro al giorno. Nel frattempo l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha sprofondato il rating di Atene a "CCC", un gradino sopra l’insolvenza, mentre Fitch ha abbassato a "default ristretto" i rating delle quattro maggiori banche del Paese.
Con i controlli sui capitali in vigore per evitare che il sistema bancario imploda, il cerino rimane in mano alla Bce, nei mesi scorsi l’unico canale attraverso il quale la Grecia aveva potuto approvvigionarsi di liquidità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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