Omicidio in Venezuela: ucciso dirigente anti-Maduro

Luis Manuel Diaz, dirigente del partito Azione Democratica (AD), è stato ucciso durante un comizio

Omicidio in Venezuela: ucciso dirigente anti-Maduro

Era felice anche se un po’ teso Luis Manuel Diaz, dirigente del partito Azione Democratica (AD) quando ieri mattina è uscito da casa per partecipare ad un comizio della MUD, la coalizione di partiti d’opposizione che, secondo tutti i sondaggi, dovrebbe vincere le elezioni del prossimo 6 dicembre che rinnoveranno il Parlamento venezuelano. Felice perché al comizio di Altagracia de Orituco, città di neanche 60mila abitanti della regione del Guarico, in Venezuela, ci sarebbe stata anche Lilian Tintori, moglie di Leopoldo López, il principale leader oppositore in carcere dal 18 febbraio 2014. Teso perché sapeva che il presidente Nicolás Maduro le sta tentando tutte pur di vincere tra 10 giorni, essendo la maggioranza in Parlamento fondamentale per mantenere le apparenze di una democrazia ed i suoi “superpoteri”. Tutto lecito, compresa la violenza. E così dopo avere arrestato decine di oppositori ed averne fatti dichiarare ineleggibili altre decine, dopo aver dichiarato lo stato d’emergenza alla frontiera con la Colombia per non fare votare collegi dove la sconfitta del chavismo sarebbe stata più ampia ed aver inserito simboli elettorali assurdi per confondere gli elettori, Maduro adesso ha lanciato una nuova “guerra”, quella del “voto socialista”.

Certo, la parola “guerra” poi ognuno la declina come vuole. Chi sui social network firmandosi “tropa”, alias truppa, e diffondendo immagini false dei figliocci del leader arrestati con 800 Kg di cocaina ad Haiti, per cercare di salvare in corner la “famiglia” Flores, che di Maduro è la moglie, e poter far credere agli allocchi che è tutto un complotto della Dea. Chi minacciando a parole vicini e potenziali elettori dell’opposizione. Chi, dulcis in fundo, sparando. E così dopo le pistolettate contro Henrique Capriles a Yare, dov’è a guidare i delinquenti contro il principale leader dell’opposizione ancora libero è stato il sindaco chavista in persona, dopo le minacce a Lilian Tintori in quel di Cojedes di un gruppo di chavisti radicali e dopo gli spari contro Miguel Pizarro, uno dei giovani più popolari della MUD, e Richard Blanco - braccio destro dell’ex sindaco di Caracas Ledezma, anche lui come López da tempo prigioniero politico - ieri notte, alla fine, c’è scappato il morto. Già perché Luis Manuel Diaz dopo ore d’agonia è morto proprio ieri notte. Stava smontando il palco quando una raffica di spari provenienti da un auto in corsa lo ha colpito in pieno. Prima il comizio elettorale che lo aveva fatto svegliare così felice era stato attaccato a pietrate da sconosciuti, come si vede in questo filmato. Già lì la tensione del mattino di Luis Manuel si era trasformata in paura. Poi gli spari, il terrore, ed il primo “morto ammazzato” in nome della “guerra” del “voto socialista” dichiarata da Maduro.

Una guerra dove la sconfitta non è prevista, accettabile perché in quel caso sarà “scontro”. Il presidente di Azione Democratica ha accusato dell'omicidio "le gang del PSUV", il partito socialista unito del Venezuela del presidente Maduro. L'Unasur ha condannato l'omicidio. Non poteva fare altrimenti.

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