"Avete aperto le porte dell'Inferno". Hamas aveva reagito così, qualche giorno fa, all'annuncio da parte di Donald Trump per il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d'Israele. Quelle porte infernali si sono aperte. E così durante tutta la giornata di oggi si sono registrati scontri nella Striscia di Gaza e a Betlemme. Lancio di sassi e risposte da parte dell'esercito e della polizia israeliana a colpi di lacrimogeni. Ma dopo l'annuncio e le proteste del popolo palestinese cominciano ad arrivare le prese di posizione delle cancellerie europee sulla scelta della Casa Bianca di spostare l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme riconoscendo in modo esplicito la "Città Santa" come capitale dello Stato d'Israele. E in questo quadro va registrata la dichiarazione di 5 Pesi Ue all'Onu che di fatto respingono la strada intrapresa dall'amministrazione americana. Gli ambasciatori di Francia , Regno Unito, Italia, Svezia e Germania alle Nazione Unite hanno usato parole chiare: "La decisione di Donald Trump di riconoscere unilateralmente Gerusalemme come capitale di Israele non è conforme alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Non promuove la prospettiva di pace nella regione. Gli ambasciatori hanno anche invitato tutte le parti e "gli attori regionali a lavorare insieme per mantenere la calma". Insomma dopo la scelta di Trump si apre anche lo scontro diplomatico all'Onu. E il braccio di ferro su Gerusalemme a quanto pare potrebbe durare a lungo.
Intanto nel corso della giornata si registrano due morti negli scontri tra Israele e Palestinesi. Un palestinese è morto nei tafferugli di Gaza, mentre un altro è deceduto dopo alcuni raid dell'aviazione israeleiana su tre obiettievi di Hamas sempre nella Striscia di Gaza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.