Il Pentagono chiede un miliardo di dollari per l’Air Force in Europa

Il Pentagono richiede un aumento del 150% rispetto al precedente budget per garantire una forza aerea credibile

Il Pentagono chiede un miliardo di dollari per l’Air Force in Europa

Il Pentagono ha presentato al Congresso degli Stati Uniti la richiesta di bilancio per 639,1 miliardi di dollari che punta ad espandere la Marina, l’Air Force e migliorare la disponibilità militare attraverso una maggiore formazione. È il primo bilancio del Pentagono proposto dall’amministrazione del presidente Donald Trump, con un aumento di 52,4 miliardi di dollari rispetto alla richiesta di finanziamento del Dipartimento di Difesa del Presidente Barack Obama. Lo strumento finanziario, se venisse approvato dal Congresso nei tempi stabiliti, dovrebbe divenire operativo dal primo ottobre prossimo. Alla richiesta base di 574,5 miliardi di dollari, bisogna aggiungere la voce per l’Overseas Contingence Operations pari a 64,6 miliardi di dollari per finanziare le operazioni in Afghanistan, Iraq, Siria e Europa orientale. Per il secondo anno consecutivo, il Pentagono inserisce un capitolo di spesa aggiuntivo, pari a 4,8 miliardi di dollari, per l’European Reassurance Initiative destinata a scoraggiare l’aggressione russa nell’Europa orientale. Nell’ambito dell’European Reassurance Initiative, il Pentagono richiede un aumento del 150% rispetto al budget dello scorso anno da destinare all’Aeronautica statunitense in Europa. Una capacità aeronautica reale è necessaria per garantire una forza di combattimento credibile. Secondo EUCOM “tali fondi sono necessari per offrire un deterrente più credibile che possa essere in grado di arrestare un’aggressione”.

Nello specifico, per l’anno fiscale 2018, il Pentagono chiede per l’ERI 4,8 miliardi di dollari: il 41% in più rispetto allo scorso anno, pari a 1,4 miliardi di dollari da investire in “operazioni volte a dissuadere una Russia assertiva”.

3,2 miliardi di dollari sono destinati alle forze terrestri: sono i costi operativi annuali di una brigata corazzata completa con siti di stoccaggio attivi. Per la forza aerea Usa in Europa, il Pentagono chiede un aumento del 150% rispetto allo scorso anno, passando da 388 milioni ad 1 miliardo di dollari per il 2018. Con questi fondi, il Pentagono potrà garantire senza effettuare tagli (precedentemente pianificati), l’intera forza aerea del 493d Fighter Squadron basata sugli F-15C, le capacità complessive del 48th Fighter Wing e le varie rotazioni pianificate.

Da rilevare che l’European Reassurance Initiative è finanziata tramite fondi di emergenza e rappresenta un capitolo a parte dal bilancio di base del Pentagono pari a 574,5 miliardi di dollari. Per la Marina Militare statunitense in Europa, infine, il Pentagono chiede un aumento del 78% rispetto al precedente bilancio, passando dagli 86 milioni di dollari del 2017 a 153 milioni per il 2018. L’Europa è un teatro tradizionalmente dominato dall’esercito e dalla forza aerea.

Nonostante gli sforzi lungo il fianco orientale della Nato, Mosca detiene saldamente vantaggi geografici globali e predominanti forze. EUCOM ha cercato di ridurre il gap migliorando i campi di volo nell'Europa orientale ed i siti per un rapido dispiegamento delle truppe in un caso di crisi. Circa 338 milioni di dollari saranno destinati a migliorare tali strutture.

European Reassurance Initiative: una minaccia non credibile

Una guerra in Europa contro la Russia non scoppierà, mentre le attuali forze della Nato sul territorio Baltico non rappresentano di certo una minaccia credibile. In nessun contesto simulato, le attuali forze della Nato sono state in grado di mantenere le capitali come Tallin o Riga per più di 60 ore. In diverse simulazioni, la Nato è stata sconfitta in 36 ore. Un’offensiva russa lascerebbe poche opzioni agli Stati Uniti (il ricorso al nucleare sarebbe inevitabile), travolto l’attore strategico dominante in Europa centrale. Sarebbe un fallimento di quasi 75 anni di sforzi bipartisan americani per sostenere la sicurezza in Europa. Il requisito minimo per la deterrenza e la negazione lungo i confini della Nato con la Russia, è quello di garantire delle permanenti azioni strategiche. Secondo la Rand sarebbero necessarie sette brigate indipendenti, tre delle quali pesanti, supportate da artiglieria ed aviazione. Per essere efficaci, le brigate dovrebbero essere già presenti in Europa così da arrestare la principale forza d’invasione russa stimata in almeno cinquanta battaglioni tattici. Con sette brigate, la Nato sarebbe in grado di difendere i Paesi Baltici per un massimo di 28 giorni.

La forza delle sette brigate non sarebbe comunque sufficiente per resistere a tempo indeterminato contro le preponderanti forze russe. Il contrattacco della Nato dovrebbe essere strutturato su una forza di ulteriori 14 nuove brigate indipendenti. Tale forze è ritenuta in grado di ripristinare il terreno perduto e respingere i russi fino alle loro linee iniziali. Parliamo quindi di 21 brigate. Le sette brigate della Nato dovrebbero essere schierate in Europa, poiché è impossibile credere che possano essere ridistribuite in tempo di guerra, considerando che le attuali forze non sarebbero in grado di sostenere un attacco ad est del fiume Oder, mentre le principali unità degli Stati Uniti sono localizzate nella Germania sud-occidentale, a più di 1.000 miglia dalla probabile zona di combattimento. Qualsiasi tentativo di supportare logisticamente e rivitalizzare le forze della Nato da quella distanza sarebbe impossibile. La Nato non sarebbe in grado di spostare e supportare grandi formazioni di combattimento lungo il suo confine orientale ed in particolare in tutti e tre gli Stati Baltici. I giochi di guerra della Rand dimostrano che la Nato dovrebbe essere riorganizzata e strutturata su 21 brigate indipendenti, organizzate in tre corpi d’armata. Secondo le attuali capacità, gli Stati Uniti sarebbero in grado di fornire fino a 12 brigate indipendenti (a costi esorbitanti).

L’attuale strategia della Nato strutturata su tre brigate è tatticamente assurda ed inutile.

La deterrenza minima concepita per difendere realmente gli Stati Baltici richiede una forza di sette brigate, tre delle quali corazzate. Le quattordici brigate supplementari sarebbero necessarie per contrattaccare e respingere le forze russe.

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