In Polonia, il governo conservatore a guida PiS (Diritto e Giustizia) si appresta a varare una stretta contro l’educazione sessuale nelle scuole.
L’esecutivo di Varsavia, riporta l’emittente tedesca Deutsche Welle, ha infatti sollecitato l’approvazione parlamentare di una legge denominata “Stop Pedofilia”, che di fatto equipara appunto tale insegnamento alla pratica sessuale illegale.
La nuova normativa, in via di approvazione in seconda lettura alla Camera bassa per poi essere ratificata dal Senato, mette al bando dalle scuole ogni lezione sulla sessualità e, per i docenti che dovessero contravvenire al divieto di insegnare la materia in questione, è prevista una condanna fino a cinque anni di carcere per “promozione di attività sessuali tra minorenni”.
Oltre a vietare l’educazione sessuale negli istituti nazionali, la legge prossima a entrare in vigore in Polonia incoraggia un più intenso insegnamento agli studenti di teorie incentrate su valori anti-aborto e pro-famiglia.
La proposta di legge messa a punto dall’esecutivo PiS sta scatenando numerose proteste nel Paese, promosse da diverse organizzazioni umanitarie, tra cui Amnesty International. Anna Blus, esponente locale di questa sigla, ha denunciato ai cronisti di Deutsche Welle che la normativa “Stop Pedofilia” sarebbe “un pericolo per i giovani” e produrrebbe “effetti disastrosi”. Un’altra associazione critica verso il contenuto del provvedimento, IPPF European Network, ha bollato quest’ultimo come una “bancarotta morale”.
Alle contestazioni avanzate dai fautori della libertà sessuale ha replicato ultimamente Marcin Ociepa, deputato del partito che governa oggi la Polonia.
Egli, citato sempre dal network tedesco, ha negato che la legge in via di approvazione miri a sbattere in galera i professori e ha poi assicurato che non emergerebbe alcun elemento negativo dalla normativa promossa dal PiS: “Quella legge dice semplicemente che non è ammesso incoraggiare una persona con meno di 15 anni ad avere rapporti sessuali o a compiere qualsiasi altra azione indecente”.
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