L'Ucraina lancia un nuovo avvertimento nei confronti della Russia. E lo fa partendo proprio da uno dei fronti più bollenti dal punto di vista diplomatico e militare, quello del Mar Nero. Il punto di svolta, secondo Kiev, è l'arrivo dei missili antinave Harpoon: elementi che secondo gli alleati Nato ma anche lo stesso governo ucraino possono modificare radicalmente gli equilibri nello scacchiere meridionale dell'Ucraina.
A confermare la visione del governo ucraino sono le parole del ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, che sulla sua pagina Facebook, oltre a ricordare l'arrivo degli obici semoventi, scommette proprio su quei missili. "La difesa costiera del nostro Paese non sarà soltanto rafforzata dai missili Harpoon, ma saranno utilizzati da squadre ucraine addestrate", ha scritto il titolare della Difesa di Kiev, uno dei "falchi" del governo ucraino. E lo stesso Reznikov ha ricordato che gli Harpoon saranno utilizzati insieme a un altro tipo di missile particolare noto in questi primi mesi di guerra: i Neptune di fabbricazione ucraina.
Reznikov non è stato l'unico a parlare dell'arrivo degli Harpoon. Se infatti da Kiev si sottolinea il lavoro diplomatico per avere ricevuto quei sistemi per la difesa delle coste, è proprio da Odessa, una delle città considerate tra gli ultimi grandi obiettivi della Russia, che viene lanciato un altro duro segnale rivolto a Mosca. A inviarlo è stato Sergey Bratchuk, portavoce dell'amministrazione militare della città, che, come riporta l'agenzia Unian, ha detto che "finora ci sono stati dati così tanti missili Harpoon che possiamo affondare l'intera Flotta del mar Nero".
Propaganda a parte, che in questa, come in tutte le guerre, si conferma un fattore decisivo, quello che appare interessante è il modo in cui le forze ucraine si sono soffermate sul ruolo degli Harpoon e sulla difesa delle coste. Segnali molto precisi che rivelano come per Kiev e per i Paesi del blocco atlantico sia essenziale far capire a Mosca che sul fronte meridionale della guerra le condizioni iniziali sono radicalmente mutate. L'affondamento del Moskva, così come di altre unità della Flotta del Mar Nero, aveva dato già un'indicazione sul cambiamento degli equilibri rispetto alle condizioni di partenza. Ma ora, l'arrivo dei missili dal blocco atlantico, in particolare da Regno Unito e Danimarca, conferma un nuovo aumento del livello delle forze ucraine. Cosa che potrebbe far cambiare ulteriormente strategia ai comandi russi per la guerra sul fronte meridionale.
Dal punto di vista strategico, il Cremlino ha fatto capire da subito la centralità di tutta la fascia costiera dell'Ucraina. Controllare il Mar d'Azov e tutta la costa del Mar Nero, con la Crimea al centro a fare da basitone strategico, è stato da subito considerato prioritario per le forze di Mosca. Questo scenario ha avuto nella Flotta del Mar Nero un attore fondamentale, dal momento che le navi e i sottomarini russi hanno permesso di colpire le linee nemiche sulla costa sostenendo l'avanzata via terra. Questo utilizzo della flotta, con piccole operazioni di sbarco in territorio "protetto", si è però rivelato più complesso nel momento in cui gli ucraini hanno iniziato a colpire da terra e dal cielo le unità russe. L'assenza di sicurezza rispetto a possibili attacchi dalla costa ha infatti obbligato la marina russa ad allontanarsi dal possibile raggio d'azione dei missili antinave, costringendo l'impiego delle navi e dei sottomarini soprattutto per lanci di missili da crociera. Un'accelerazione di quel fenomeno che alcuni esperti americani hanno chiamato "kalibrization" e che consiste nel fatto che l'impiego della flotta russa sembra essere sempre più tendente agli attacchi dalla lunga distanza.
È chiaro che a livello strategico sia l'Ucraina che le forze alleate hanno tutto l'interesse a evitare che la Russia possa avere il pieno controllo del Mar Nero e delle sue rotte. E in questo senso la possibilità di armare le forze di Kiev con i missili Harpoon è un segnale netto della volontà atlantica di escludere che quello specchio d'acqua possa essere appannaggio delle sole forze di Mosca.
Per Vladimir Putin, il controllo del Mar Nero è essenziale perché può avere in mano le rotte commerciali e militari e può far respirare di nuovo la flotta: ma il pericolo di non riuscire a ottenere la superiorità completa può essere una spina nel fianco, specie se l'obiettivo può essere una qualsiasi operazione navale di supporto a un possibile attacco a Odessa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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