"Se indossa pochi vestiti...". Bufera per la frase sugli stupri

Le critiche al premier pakistano si concentrano sul contrasto tra le parole integraliste di lui e il suo stile di vita "libertino"

"Se indossa pochi vestiti...". Bufera per la frase sugli stupri

Imran Khan, primo ministro pakistano, è finito ultimamente nella bufera a causa di una sua intervista in cui ha individuato la causa delle violenze sulle donne nelle "tentazioni" suscitate negli uomini da determinati "abbigliamenti" delle malcapitate. Le parole del premier, rilasciate lunedì in un colloquio tv con un giornalista della trasmissione americana Axios HBO, hanno inevitabilmente innescato feroci critiche sia nel Paese islamico sia all'estero, con molti che accusano Khan di ipocrisia; egli si fingerebbe moralista integerrimo malgrado un passato da "playboy", con tanti divorzi alle spalle, e nonostante lui non fosse affatto estraneo alle donne discinte mentre faceva festa nei nightclub Vip durante la sua vita da scapolo a Londra negli anni '80 e '90.

Rispondendo alle domande del giornalista Jonathan Swan riguardo al tema degli abusi sulle donne, il primo ministro di Islamabad, nel dettaglio, ha ribadito quanto da lui già affermato ad aprile, riferendosi a un presunto legame tra stupri e "volgarità" delle abitudini sociali e del vestiario femminile. Egli ha quindi aggiunto: "Se una donna indossa pochissimi vestiti, avrà un impatto sugli uomini, a meno che questi non siano robot". Di conseguenza, nella visione del premier, le donne dovrebbero indossare abiti casti per una "semplice questione di buon senso".

Khan è poi tornato sul concetto di "purdah", da lui già accennato sempre ad aprile e concernente il principio islamico, molto praticato in Pakistan e in India, per cui la donna va "sottratta alla vista dell'uomo": "Avevo fatto riferimento al concetto di 'purdah'. Il concetto di 'purdah' è evitare la tentazione nella società. Non abbiamo discoteche qui, non abbiamo locali notturni. Qui è uno stile di vita della società completamente diverso. Quindi, se sollevi la tentazione nella società fino al punto critico, ci saranno automaticamente delle conseguenze sul piano sociale.'

Il politico pakistano ha quindi assicurato che gli abusi sulle donne che stanno attualmente proliferando nel Paese asiatico sarebbero una diretta conseguenza della "contaminazione occidentale" della sua nazione: "Questo è imperialismo culturale, per cui qualunque cosa sia accettabile nella cultura occidentale deve essere accettabile ovunque. Non è affatto così.'

Le parole di Khan, tendenti ad addossare alle cittadine "occidentalizzate" la responsabilità di "fare cadere in tentazione gli uomini" e di provocare di conseguenza gli stupri, hanno innanzitutto provocato una forte polemica politica, con la portavoce del partito Pakistan Muslim League, Marriyum Aurangzeb, che ha attaccato il premier tuonando: "Il mondo ha avuto un'idea della mentalità di un Imran Khan malato, misogino, degenerato e derelitto. Non sono le scelte delle donne che portano all'aggressione sessuale, ma piuttosto le scelte degli uomini che scelgono di abbandonarsi a questo crimine spregevole e vile".

Contro il capo del governo di Islamabad ha preso poi posizione anche Reham Khan, ex conduttrice della Bbc nonché una delle ex consorti del politico finito nela bufera. Tale ex moglie ha appunto bollato il premier del Paese musulmano come "un ribelle e testardo apologeta dello stupro". Lei ha inoltre additato come "imperdonabili" i commenti del premier e lo ha anche definito "più che insensibile" per avere insistito a incolpare le donne per le violenze sessuali.

L'ex conduttrice ha infine rivelato che le esternazioni integraliste del leader pakistano contrasterebbero con lo stile di vita "libertino" che lui continuerebbe a osservare ancora adesso che è al potere a Islamabad. I proclami integralisti del premier farebbero quindi parte di "un copione" da lui messo a punto esclusivamente per "attirarsi i voti del Pakistan conservatore".

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