"Vi spiego perché la primavera è un inferno per i russi": la profezia dell'intelligence

Il capo dell'intelligence militare ucraina ha spiegato perché i russi incontreranno enormi difficoltà in primavera. "L'esercito di Putin? È solo un grande mito"

"Vi spiego perché la primavera è un inferno per i russi": la profezia dell'intelligence

Se l'allarme rasputitsa sta creando enormi difficoltà all'esercito russo nel presente, quando si farà primavera i problemi potrebbero essere ben peggiori: parola di Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina che ha promesso un "vero inferno" ai militari russi. In un'intervista alla rivista statunitense The Nation, Budanov ha definito l'esercito russo "medievale" e ha assicurato che dovrà confrontarsi con una guerriglia continua, condotta dai partigiani ucraini. "Il Comando russo ha commesso numerosi errori e noi ne approfittiamo", ha affermato il generale.

L'importanza della primavera

Sì, perché se adesso gli alberi sono spogli, la neve e il ghiaccio resistono al suolo ma da aprile la situazione sarà diversa con il risveglio della natura dopo il lungo letargo invernale. "I nostri combattenti, i nostri soldati, inizieranno a dare la caccia all'aggressore nelle foreste. Presto sarà primavera e le foreste torneranno verdi e un vero inferno si scetenerà contro l'aggressore". Parlando con il giornalista, Budanov ha dichiarato che nonostante il relativo successo dell'esercito ucraino nel tenere a bada i russi, la situazione è ancora molto difficile. Abbiamo grandi forze russe sul nostro territorio e hanno circondato le città dell'Ucraina. Quanto alle prospettive di pace, nonostante i negoziati, restano ancora vaghe e imprevedibili".

La sfida ucraina

Il capo dell'intelligence sa bene che dei russi non c'è proprio da fidarsi, nemmeno se proponessero una trattativa perché non sono considerati né affidabili e nemmeno prevedibili. "Il nostro Paese capisce con chi abbiamo a che fare e qui non ci aspettiamo miracoli - specifica Budanov - Abbiamo a che fare con un esercito di criminali, di saccheggiatori, di mercenari e siamo pronti a combattere e vincere". Il comando russo, come è ormai noto, anche a causa della perdita di ben sei generali e decine di comandanti, ha commesso errori di calcolo sia durante l'occupazione del Paese ma anche a monte, in fase di progettazione dell'attacco. Il capo dell'intelligence lo sa e si prende gioco dei putiniani. "L'esercito ucraino ha dimostrato che l'esercito russo come secondo esercito al mondo è un grande mito, ed è solo una concentrazione medievale di manodopera, vecchi metodi di guerra". Alla fine della guerra, la sua speranza è che l'Ucraina possa essere finalmente in grado di dispiegare un sistema di difesa aerea completamente funzionante e cercare garanzie internazionali che ne assicurino la pace.

"Sapevamo già le loro intenzioni"

Una delle chiavi dell'efficacia delle forze ucraine nell'attuale conflitto, ha detto Budanov, è stata la raccolta di informazioni: ha affermato che siin dall'inizio del conflitto, gli ucraini erano stati preparati a dovere. "Abbiamo molti informatori all'interno dell'esercito russo, non solo nell'esercito russo, ma anche nei loro circoli politici e nella loro leadership", ha raccontato al giornalista. "A novembre sapevamo già delle intenzioni dei russi, poi tutto è arrivato. Per quanto riguarda la data, è cambiata più volte". Il leader ha specificato che questa informazione significava che gli ucraini erano già preparati all'invasione.

La nuova fase della guerra

La guerra è entrata in una nuova fase, quella in cui i soldati di Putin hanno iniziato a bombardare le città ucraine ed evitare scontri di terra.

"I russi sono codardi perché hanno bombardato e bombardato la nostra gente pacifica, i nostri ospedali, i nostri teatri, le case di maternità", conclude Budanov, paragonando gli ucraini agli spartani che alle Termopili resistettero e combatterono senza archi e frecce pur fiducioso che gli ucraini non condivideranno mai il destino "di annientamento degli spartani" da parte di un esercito sulla carta più forte ma che, dati alla mano, perde pezzi ogni giorno che passa.

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