Un gruppo di ricercatori dell’Università di Princeton ha simulato lo scoppio di una guarra nucleare tra Russia e Stati Uniti, mostrando quanto sarebbe apocalittico lo scenario dopo poche ore dal lancio del primo attacco.
Il team dell'università americana, guidato dall'esperto di ingegneria e affari internazionali Alex Glaser, ha sviluppato una simulazione compiuterizzata che mostra le probabili strategie e i possibili vettori di lancio che sarebbero impiegati nello scoppio di una guerra nucleare tra Stati Uniti (alleata con la Nato) e la Federazione Russa. Il costo in vite umane sarebbe catastrofico già nelle prime tre ore.
Il video, rinomianto "Plan A", ipotizza l'evolversi del conflitto suddividendolo in tre fasi. Secondo la simulazione guerra verrebbe innescata da un attacco areo russo contro un obiettivo sul suolo europeo, e proveniente dall'oblast di Kaliningrad: territorio russo tra la Polonia e la Lituania che affaccia sul Mar Baltico. Durante la prima fase, la potenza che decidesse di sferrare l'attacco (in questo caso la Russia quindi) si concentrerebbe inizialmente su un obiettivo tattico - una base avanzata della Nato - e sferrando una serie di raid con bombardieri strategici e missili balistici a medio raggio Irbm su tutti gli obiettivi che verosimilmente rappresenterebbero la minaccia "X"; questo innescherebbe contemporanuamente la controffensiva, che ipotizza una risposta di altri e ulteriori raid su obiettivi strategici d'importanza analoga. Nella prima fase il conteggio è di almeno 2milioni e mezzo di morti nelle prime di tre ore.
La seconda fase prevede l'eliminazione "completa" - e reciproca - della capacità nucleare offensiva del nemico mediante il lancio di missili Icbm dalle flotte di sottomarini nucleari lanciamissili dislocati nell'Atlantico e nel Pacifico e dai vettori terresti fissi e mobili. Il conteggio è di tre milioni e mezzo di morti in meno di quarantacinque minuti. La terza fase mette nel mirino dei missili balistici intercontinentali le città chiave di Russia, Europa e America continentale, con l'obiettivo di "inibire il recupero" della parte avversaria. Il conteggio mostra lo scenario più apocalittico di tutti, e conterebbe di ottantacinque milioni di morti negli immediati 45 minuti successivi. Senza tenere conto delle vittime legate agli effetti del fallout sprigionato dalle esplosioni nucleari.
Secondo quanto spiegato dai ricercatori di Princeton che hanno posto la loro attenzione sull'abbandono bilaterale del Trattato sulle Forze Nucleari a medio raggio (Inf), il rischio di una guerra nucleare: "È aumentato drammaticamente negli ultimi due anni" - "Gli Stati Uniti e la Russia hanno abbandonato i vecchi trattati di controllo degli armamenti nucleari, hanno iniziato a sviluppare nuovi tipi di armi nucleari e hanno ampliato le circostanze in cui potrebbero usarle". Il risultato ultimo della loro ricerca ricorda molto il film "War Games", che paventava proprio lo scoppio della terza guerra mondiale e vedeva contrapposti gli Stati Uniti insieme alla Nato, contro la Russia (a quel tempo Urss). E l'autore ha confermato che l'ispirazione è venuta proprio da quella pellicola cult che risale ai tempi della Guerra Fredda e del timore di un'escalation nucleare.
Timore che non abbiamo mai smesso di nutrire ogni volta che le grandi potenze si affrontano sulla carta e ci ricordano come un singolo errore strategico potrebbe innescare un effetto domino che metterebbe fine all'intera umanità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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